Le Fiamme Gialle hanno sequestrato un complesso immobiliare del valore stimato in oltre 600 mila euro al centro di una vendita ritenuta dall’accusa simulata in frode all’Erario avvenuta tra due società riconducibili a moglie e marito, entrambi ora indagati: si tratta della 60enne Antonella Fusari e del 62enne Ilario Rossi.
Il provvedimento cautelare, emesso dal gip Sabrina Bosi su richiesta del pm Lucrezia Ciriello titolare del fascicolo, ha riguardato per la precisione un complesso composto da ampi locali a uso ufficio, un archivio, una cantina e tre posti auto in zona Darsena di città. La proprietà è risultata essere di una società attiva nel settore della consulenza e della progettazione tecnica debitrice verso l’Erario per oltre 200 mila euro e già destinataria - prosegue l’accusa - di numerose cartelle di pagamento per debiti iscritti a ruolo e non onorati.
Il sequestro è conseguenza di una segnalazione fatta dall’Agenzia delle Entrate - Riscossione alla procura ravennate per l’ipotesi di reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (ex articolo 11 D.Lgs 7400) visto che la società all’epoca proprietaria degli immobili e già destinataria di 18 cartelle di pagamento notificate tra il 2013 ed il 2019 per un debito complessivo - tra imposte evase, interessi e sanzioni amministrative - di oltre 211 mila euro, dopo avere chiesto e ottenuto sei procedure di rateizzazione, tutte poi revocate per decadenza, avrebbe messo al riparo da eventuali prevedibili procedure esecutive i cespiti immobiliari cedendoli fittiziamente a un prezzo per la procura palesemente sottostimato a un’altra società in realtà riconducibile al marito dell’amministratrice venditrice e peraltro con medesimo oggetto e sede sociale della cedente.
A fronte di tale condotta ritenuta fraudolenta, la procura ha iscritto sul registro degli indagati il nome di entrambi i coniugi e contestualmente ha chiesto al tribunale di volere sequestrare i beni in via precauzionale anche al fine di evitare che gli indagati potessero eventualmente decidere di stipulare ulteriori accordi traslativi a favore di terzi in buona fede, facendo poi sparire il provento della cessione. Sulla base di tale quadro indiziario, il gip ha quindi disposto il sequestro dell’intero immobile e i finanzieri del Gruppo di Ravenna hanno ora provveduto all’esecuzione del provvedimento.
"Anche l’odierna attività - si legge in una nota della guardia di Finanza - testimonia l’importanza dell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati dagli evasori fiscali e del contrasto a ogni manovra fraudolentemente ideata al fine di sottrarli alla conseguente procedura di riscossione coattiva del debito erariale".