REDAZIONE RAVENNA

Fognano, le suore tornano titolari del monastero

Il Vaticano ha revocato il commissariamento deciso per il convento Emiliani . Per l’Istituto giunge al termine un limbo protrattosi per quattro anni.

Fognano, le suore tornano titolari del monastero

È una retromarcia piuttosto inaspettata quella compiuta poche ore fa dalle gerarchie vaticane, che hanno revocato il commissariamento deciso quattro anni fa per il convento Emiliani di Fognano. Le suore domenicane tornano dunque le legittime titolari del monastero – il più grande d’Italia con i suoi 15mila metri quadrati – e delle risorse finanziarie a lui legate. Dall’interno del convento per il momento non filtrano molti commenti sulla questione: le monache sono infatti in attesa "della conclusione dell’iter legale, per il quale occorrerà ancora qualche settimana".

Per l’Istituto Emiliani giunge dunque al termine un limbo protrattosi per quattro anni: la situazione torna dunque di nuovo alla casella di partenza, senza che in questa parentesi temporale i tre commissari avvicendatisi alla guida dell’ordine e la curia – faentina e romana – siano riusciti a individuare una destinazione alternativa per quello che è uno dei conventi più grandi d’Europa. Toccherà alle suore tentare di far ripartire le attività di accoglienza che caratterizzavano la struttura, dove alloggiavano ogni anno varie migliaia di visitatori, senza contare gli eventi annuali organizzati dalle università di Bologna e Firenze, e che negli ultimi anni avevano destato l’interessamento anche dell’Università di Napoli. Rispetto al 2019 una sola cosa è cambiata: pochi giorni fa sono arrivate al convento alcune nuove suore, originarie del Sudafrica e appartenenti ad un altro ordine, inviate qui dal Vaticano per assistere le sette religiose domenicane, tutte molto anziane, e in due casi gravemente provate dal trascorrere degli anni.

Benché anziane, le monache hanno continuato a prendersi cura della struttura, che infatti, nonostante sia colossale, appare in ottime condizioni: si presentano in buono stato le cucine, la sala mensa, il giardino con i suoi orti e frutteti, per arrivare alla sala conferenze, le aule studio, i salotti attrezzati ciascuno come una piccola sala lettura, senza dimenticare le centinaia di camere distribuite lungo i vari corridoi della struttura, lunghi ciascuno quasi duecento metri. Per l’Istituto Emiliani ripartire non sarà facile, per vari motivi: innanzitutto per l’impossibilità di far riprendere le attività didattiche legate all’asilo e alla scuola materna, chiusi anni fa (il Comune di Brisighella è infatti nel frattempo corso al riparo dando vita a un proprio istituto legato a lavori finanziati dal Pnrr), e non secondariamente per la mole debitoria accumulatasi negli anni in cui le attività sono state ferme, mentre i costi per il mantenimento della struttura rimanevano all’inizio pressoché identici, e poi gravati dall’inflazione.

Filippo Donati