REDAZIONE RAVENNA

Fognano, il rincaro alla casa protetta L’Asp: "È dovuto al caro energia"

Il sindaco di Brisighella, Pederzoli, aveva chiesto le dimissioni del cda: "Prezzi cresciuti del 57% in 5 anni"

Fognano, il rincaro alla casa protetta L’Asp: "È dovuto al caro energia"

La polemica è scoppiata, e sancisce una frattura che tuttavia in qualche modo dovrà essere risanata. Se non altro sul piano istituzionale. Il post del sindaco di Brisighella Massimiliano Pederzoli, pubblicato venerdì sul canale ufficiale del comune, ha infatti innescato, come era prevedibile, una serie di reazioni. Il primo cittadino in seguito alla comunicazione di aumento delle rette giornaliere per gli ospiti della casa protetta di Fognano aveva chiesto pubblicamente le dimissioni del consiglio di amministrazione di Asp, della quale, il comune di Brisighella è il secondo socio in percentuale per quote. Il nodo era l’aumento da 76 a 82 euro giornalieri, ultimo di una serie di rincari, tanto che il sindaco aveva parlato di "un aumento di 900 euro al mese in meno di 5 anni".

"Avevamo due Opere Pie che erano in attivo, poi si è fatta l’Asp unica, c’è stata la legge regionale e tutte le Asp hanno chiuso i bilanci in passivo–- ha specificato poi il sindaco Pederzoli –. Da tre anni quindi siamo chiamati a ripianare i bilanci con decine di migliaia di euro che il Comune di Brisighella, come gli altri, eroga. Noi peraltro senza fare parte del cda perchè nel 2019 c’è stata la rotazione istituzionale. Nel 2015 vennero dati i posti letto pubblici del Fontanone ai privati, e l’Asp si è tenuta i posti a pagamento, che è il contrario di quello che si dovrebbe fare. E aggiungo che a luglio 2022 la Regione aveva promesso che avrebbe rivisto le quote sui posti accreditati ma su questo non abbiamo ancora visto nulla. E ora Asp, nonostante il nostro voto contrario in assemblea, ha voluto aumentare le tariffe per un incremento dal 2015 del 57%".

All’indomani del comunicato la lista Insieme per Brisighella, all’opposizione in consiglio comunale è intervenuta sul tema: "Ogni anno l’amministrazione di Brisighella chiede le dimissioni del CdA dell’Asp. Come tutti gli anni bisogna rispondere che essendo i posti della casa di riposo di Fognano a libero mercato, gli aumenti di costi o li pagano gli utenti o li paga la pubblica amministrazione. Oggi non possiamo non considerare oggettivo l’incremento di costi indotto dall’esplosione dell’inflazione e dai rincari generalizzati delle energie. E l’unica soluzione che conosce l’amministrazione Pederzoli è chiedere le dimissioni del CdA? Gli amministratori della cosa pubblica devono trovare soluzioni concrete e non fare avanspettacolo".

La lista civica poi ha rincarato la dose, tirando in ballo il governo e la senatrice Farolfi, vicesindaco di Brisighella. "Piuttosto che richiedere le dimissioni del CdA forse avrebbero fatto meglio a portare le istanze dei comuni ad un governo che ha lasciato le amministrazioni locali con poche risorse a combattere il caro inflazione. Nella legge di bilancio del Governo Meloni avrebbero dovuto esserci più risorse per aiutare gli enti locali nei servizi alla persona".

Per il presidente di Asp, Massimo Caroli, la questione è prettamente politica. "Non ritengo coerenti, istituzionalmente parlando, le dichiarazioni del sindaco di Brisighella – ha evidenziato –. Il CdA si è sempre comportato in maniera trasparente. Il passaggio istituzionale c’è stato e formalmente è stato tutto condiviso in base alla delibera dell’assemblea dei soci che sono i comuni stessi. Con questi aumenti contemperiamo l’aumento delle utenze. Noi finora abbiamo creato 78 posti letto in più, e abbiamo calmierato i prezzi restando di 15 euro sotto il prezzo di mercato. Faccio presente che la Cra di Brisighella non accreditata costa 85 euro, mi sembra quindi un pretesto politico".

E nel merito ha aggiunto: "Se siamo sotto i prezzi di mercato è chiaro che i sindaci, in proporzione, mettono la differenza di risorse che non fanno pagare ai singoli fruitori. È naturale che sia così, i comuni essendo soci, devono coprire i bilanci che tra l’altro non vengono da una mala gestione ma da decisioni volute dagli stessi sindaci".

Damiano Ventura