Qualcuno tra i suoi ex pazienti aveva lamentato di non essere stato correttamente vaccinato a sua insaputa. I conseguenti esposti alla magistratura, sono ora stati archiviati. Per Mauro Passarini – 66enne ginecologo e medico di base originario di Bologna ma residente da tempo a Marina di Ravenna – le accuse in ballo restano dunque solo quelle fissate nel fascicolo principale: falso ideologico in concorso con circa 250 pazienti di Ravenna e non solo; peculato per via della contestata appropriazione di fiale di vaccino contro il Covid19; ed evasione per avere parlato il 17 novembre 2021 a un giornalista uscendo di casa mentre si trovava ai domiciliari. Tutto descritto nel corpulento atto di fine indagine notificato a inizio ottobre scorso.
Ecco il punto: ritrovandoselo in mano, una manciata di pazienti si era fatta avanti lamentando in estrema sintesi il fatto di essere parte offesa nella clamorosa indagine sui vaccini simulati allo scopo di ottenere il green pass. Tra questi, ad esempio, il caso di un ultrasettantenne il quale non solo aveva sottolineato di essere estraneo all’accusa. Ma si riteneva lui stesso vittima del proprio medico di base: avendo solo finto di vaccinarlo, l’avrebbe esposto a grossi rischi alla luce della sua condizione di anziano fortemente debilitato in seguito a una rovinosa caduta. Nel suo caso, l’avvocato Matteo Olivieri aveva proposto l’archiviazione della posizione (e per capire se la procura abbia dato corso o meno alla proposta, occorrerà attendere l’atto con le richieste di rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza preliminare). Altri pazienti avevano invece optato per la via dell’esposto per chiedere di vagliare eventuali ipotesi di reato (ad esempio violenza privata e omissione di atti d’ufficio). In quanto a Passarini, difeso dall’avvocato Carlo Benini, da qualche mese è stato reintegrato nei ranghi dell’ordine dei Medici tornando a fare il suo mestiere di sempre nel suo ambulatorio rivierasco di via Spalato.
La squadra Mobile lo aveva arrestato la sera del 10 novembre 2021 in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del gip Sabrina Bosi. In buona sostanza secondo le indagini della polizia coordinate dal pm Angela Scorza, Passarini avrebbe simulato l’iniezione di parecchie dosi di vaccino Pfizer a decine di novax (dichiarati o potenziali) arrivati anche da fuori regione per quella manovra. Dopo qualche giorno in cella, il 66enne era andato ai domiciliari. Quindi a fine marzo 2022 era tornato libero con una sola blanda misura restrittiva sulle spalle: l’obbligo di dimora sul territorio comunale. Il 5 luglio successivo il gip aveva revocato ogni misura a suo carico. Ma la domanda di essere reintegrato era stata avanzata solo a fine anno: a quel punto era stata accolta con valenza retroattiva a partire da luglio appunto. In definitiva ora sul 66enne pendono due procedimenti: quello disciplinare, aperto e sospeso in attesa di quello penale maturato con il fascicolo principale. Mentre per gli esposti di alcuni pazienti, il medico può considerarsi salvo.
Andrea Colombari