Fine del servizio ’check point’ in zona rossa

Svolto dalle Guardie giurate della Sezione di volontariato ‘Gea’ a Traversara. "Dall’esperienza resta un immenso patrimonio di umanità"

Fine del servizio ’check point’ in zona rossa

Svolto dalle Guardie giurate della Sezione di volontariato ‘Gea’ a Traversara. "Dall’esperienza resta un immenso patrimonio di umanità"

Dopo 12 giorni di intenso lavoro, lunedì è terminato il servizio di gestione ‘check point’ all’ingresso della zona rossa di Traversara ubicato nei pressi del cimitero. Come da disposizione del Centro Operativo Comunale di Bagnacavallo, il servizio è stato svolto dalle Guardie giurate della Sezione di volontariato ‘Gea’ (Guardie ecozoofile ambientali) di Ravenna che ha sede proprio a Bagnacavallo, garantendo la presenza di due guardie volontarie per turno, dalle 7 alle 19. A gestire i servizi, rivelatisi molto impegnativi anche per per il fatto che per raggiungere Traversara era percorribile una sola strada, utilizzata da tutti come unico itinerario di afflusso e deflusso, è stato Valeriano Savini, già brigadiere dei Carabinieri di Lugo e ora vice presidente della ‘Gea’.

"Questo tipo di servizi – precisa Roberto Faccani, già Comandante della Polizia locale e protezione civile della Bassa Romagna, il quale, oltre ad aver partecipato ai servizi in veste di ‘disaster manager’ ha esperienza nella gestione di simili eventi – riveste particolare attenzione, in quanto delicato sotto il profilo del mantenimento degli equilibri fra vari soggetti. In primo luogo occorre contemperare le esigenze delle persone coinvolte che risiedono nelle zone alluvionate, con quelle legate ai lavori di soccorso e ripristino e di sicurezza. Su questo aspetto è risultato di fondamentale importanza la conoscenza delle persone e l’essere dalle stesse conosciuti. Occorre usare tatto ed essere flessibili, ma all’occorrenza essere anche autorevoli. L’importante è conoscere i problemi del momento, intuire e comprendere le esigenze della persona". Faccani rimarca inoltre quanto sia "essenziale mantenere sempre stretti i rapporti con le autorità comunali, interpretando le direttive e infornandole sempre di eventuali inconvenienti. Non si può lasciare nulla al caso, perché ci si rapporta con persone che hanno subito danni enormi e che si trovano in uno stato di vulnerabilità".

Discorso diverso invece è quello riferito ai contatti con i curiosi, i giornalisti e le troupe televisive. "Nel primo caso – osserva Faccani – lo strumento principale è l’esposizione chiara e netta delle regole abbinate alla flessibilità, mentre nel secondo, visto che era uno dei compiti assegnati dalle autorità comunali, è stato necessario accompagnarli nella ‘zona rossa’, in modo da garantire la loro sicurezza in un ambiente precario, illustrandogli la situazione ed assistendoli durante i colloqui con le persone del posto". Conclude Faccani: "In questi 12 giorni i problemi non sono mancati, ma sono stati risolti. L’intesa, sia con le pattuglie dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guarda di Finanza e della Polizia Locale impiegate nell’ordine pubblico, è stata ottima. Come pure quella con tutte le altre componenti del soccorso che, provenendo in diversi casi da altre regioni e non conoscendo i luoghi, necessitavano di preziose informazioni. Di tutto ciò rimane un bene immenso, rappresentato dal patrimonio umano costituito dall’intreccio tra tante persone, vittime del disastro o soccorritori".

Luigi Scardovi