Ravenna, 15 dicembre 2024 – Gli indagati sono in totale 11 anche se solo a 6 di loro viene contestata l’accusa più grave: l’associazione per delinquere finalizzata a “una serie indeterminata di truffe e auto-riciclaggio”. Per intuire la dimensione numerica del caso, basti pensare che le contestazioni a vario titolo sono 247. E che le persone offese sono 151 sparse in tutta Italia.
Ora, dopo la chiusura dell’indagine, la procura ha chiesto per i diretti interessati il rinvio a giudizio. Secondo le indagini della guardia di Finanza coordinate dal pm Angela Scorza, il ruolo principale lo avevano rivestito Luca Silvestrone, 53enne ravennate; Mauro Nucci, 63enne di origine Svizzera ma residente a Castel San Pietro Terme; Sergio Puddu, 34enne cagliaritano; Lorenzo Tellarini, 51enne originario di Portomaggiore ma residente a Lugo; Stefano Pignatelli, 61enne di origine romana ma residente nel Torinese; e Roberto Goveani, 67enne del Torinese noto tra le altre cose per essere stato in passato presidente del Torino Calcio. A questo punto si è in attesa della fissazione dell’udienza preliminare: in quella sede le parti offese avranno la possibilità di farsi avanti per costituirsi parte civile.
Secondo quanto contestato dalla procura, il promotore del giro sarebbe stato Silvestrone, socio unico e amministratore della ’Confederimprese srls’, società di consulenza amministrativa con sede a Ravenna, oltre che titolare del ’Centro studi nazionale’ con sede a Roma. Forte di queste credenziali - prosegue l’accusa - aveva dato vita a una struttura societaria fittizia per produrre documentazione relativa all’esistenza di finanziamenti europei in realtà inesistenti. In tutto questo si sarebbe servito di soggettivi fittizi, come il Centro studi nazionale, facendoli apparire reali. E avrebbe curato le procedure per trasferire ingenti somme di danaro emettendo false fatture per giustificare quei passaggi oltre alla ripartizione dei profitti con altri indagati.
In quanto a Nucci, indicato quale amministratore di fatto di due srl (Mama Management e Gae Consulting), avrebbe messo a disposizione i conti correnti per ricevere in prima battuta i profitti delle truffe poi trasferiti a Silvestrone tramite bonifici a Confederimprese. Puddu avrebbe compiuto passaggi analoghi con le due srl delle quali era amministratore (Sp Consulting e Capital Solution). Per Goveani le grane sono giunte in ragione del suo ruolo di amministratore di fatto della Alfaro Consulting srl: in tale modo avrebbe gestito le pratiche per i finanziamenti richiesti mettendo a disposizione la struttura societaria e i relativi conti per la gestione dei profitti ritenuti illeciti.
Pignatelli, nell’ambito della sua attività professionale di tributarista e usando sia i social che Telegram, avrebbe individuato imprese e clienti a cui proporre i finanziamenti fantasma. Infine per Tellarini, descritto quale direttore commerciale della Confederimprese, avrebbe messo a disposizione la sua opera per individuare clienti; avrebbe inoltre seguito la contabilità di profitti illeciti aggiornando via via le pratiche, i pagamenti incassati e la divisione dei guadagni. Da ultimo avrebbe pure messo a disposizione del gruppo la società - la Energy Consulting srls - della quale era amministratore di fatto giustificando le movimentazioni con l’emissione di false fatture. In quattro (Nucci, Silvestrone, Pignatelli e Tellarini) a inizio dicembre 2023 erano finiti in custodia cautelare in carcere proprio nell’ambito di questa inchiesta.
Per quanto riguarda gli altri indagati, sono stati tirati in ballo in concorso e a vario titolo per aspetti marginali dell’inchiesta: si tratta di Paolo Carrabs di Lucca; Andrea Zaccardo di Empoli; Gian Luca Governa di Torino; Stefano Gramigni di Firenze e David Lari di Lucca. Nei giorni scorsi a cinque degli indagati (Nucci, Silvestrone, Tellarini, Zaccardo e Goveani) è stato notificato un avviso di conclusione indagine per un fascicolo per truffe e falsi in concorso nato da una costola del procedimento principale.