Falsi vaccini. Passarini ha patteggiato due anni di carcere. Querela da un paziente

Un operaio 45enne di origine marocchina difeso dall’avvocato Paolo Vecchi: "Non immaginavo che non mi avesse iniettato la dose Pfizer giusta"

Il dottor Mauro Passarini, 67 anni, residente a Marina di Ravenna ma originario di Bologna

Il dottor Mauro Passarini, 67 anni, residente a Marina di Ravenna ma originario di Bologna

Ravenna, 19 dicembre 2023 – Lui è uno dei 227 pazienti per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. E come tutti gli altri, nell’udienza preliminare fissata per inizio anno nuovo, dovrà rispondere di falso ideologico in concorso con il medico che aveva simulato di inoculargli il vaccino contro il covid19 con un chiaro obiettivo: fargli ottenere il greenpass. Ovvero Mauro Passarini, 67enne ginecologo e medico di base originario di Bologna ma residente da tempo a Marina di Ravenna.

La particolarità della storia di questo paziente - un operaio 45enne di origine marocchina difeso dall’avvocato Paolo Vecchi - sta nell’avere denunciato Passarini, così come avevano fatto altri cinque pazienti, sostenendo di non essere stato vaccinato a sua insaputa. Di fatto lui è il primo ad avere presentato opposizione contro la richiesta di archiviazione del caso. Ieri mattina nella conseguente udienza davanti al gip Andrea Galanti, è emerso che Passarini (difeso dall’avvocato Carlo Benini), già a suo tempo aveva patteggiato la pena per il fascicolo principale. Ovvero due anni di reclusione per falso, peculato per via della contestata appropriazione di fiale Pfizer; ed evasione per avere parlato il 17 novembre 2021 a un giornalista uscendo di casa mentre si trovava ai domiciliari. La corruzione, che avrebbe fatto lievitare la pena, era invece stata esclusa. In ogni caso, il gip ha rinviato la decisione al netto dell’esito dell’udienza preliminare contro i 227 pazienti.

Secondo quanto a suo tempo riferito dal 45enne davanti alla polizia, nell’estate del 2021 lui lavorava per un’azienda ravennate: ma per potere continuare, era necessario il greenpass. E allora parlando con un suo collega connazionale, aveva deciso di rivolgersi a Passarini: aveva chiesto un appuntamento tramite Whatsapp. E il 27 luglio si era presentato all’ambulatorio di Marina dove era stato sottoposto a prima dose. Il 12 agosto successivo, ecco la seconda dose. Lui aveva poi ritirato il greenpass in farmacia e a fine mese era partito per il Marocco dove era rimasto fino all’8 marzo del 2022. Nel frattempo le cose per Passarini erano cambiate drasticamente. La squadra Mobile lo aveva arrestato la sera del 10 novembre 2021 in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del gip Sabrina Bosi. In buona sostanza secondo le indagini coordinate dal pm Angela Scorza, Passarini aveva simulato l’iniezione di parecchie dosi di vaccino Pfizer a decine di novax (dichiarati o potenziali) arrivati anche da fuori regione per quella manovra. Dopo qualche giorno in cella, il 66enne aveva ottenuto i domiciliari. Quindi a fine marzo 2022 era tornato libero con il solo obbligo di dimora sul territorio comunale caduto il 5 luglio con conseguente reintegro nell’Ordine dei medici.

L’Ausl intanto aveva convocato tutti i pazienti da lui vaccinati per un esame degli anticorpi. E chi non si presentava, finiva inevitabilmente nella lista degli accusati. A sua discolpa, il 45enne ha garantito di non avere ricevuto in Marocco mai nessuna comunicazione in merito.

Andrea Colombari