Falsi vaccini, 227 imputati. Un centinaio vogliono patteggiare. Gli altri accusano Passarini

In tanti, per motivi di praticità, hanno accettato l’offerta della Procura a 5 mesi di pena, tra questi il consigliere Fd’I Ferrero. Più della metà sceglie il processo ritenendosi vittima delle finte somministrazioni.

Falsi vaccini, 227 imputati. Un centinaio vogliono patteggiare. Gli altri accusano Passarini

Falsi vaccini, 227 imputati. Un centinaio vogliono patteggiare. Gli altri accusano Passarini

Il grande accusato nell’ambito dell’inchiesta sui falsi vaccini Covid per ottenere il green pass, Mauro Passarini, 67enne medico di base, aveva già patteggiato due anni a dicembre. Ieri, a rispondere di falso ideologico in concorso con lui, toccava a suoi 227 pazienti che la Procura ritiene complici della messinscena. Tanti imputati in un’aula di tribunale – molti rappresentati solo dagli avvocati, alcuni presenti – a Ravenna non si erano mai visti. Il giudice Andrea Galanti ha aperto l’udienza preliminare. Al momento sono 97 quelli che, accogliendo l’offerta della Procura tutto sommato mite, intendono patteggiare una pena a 5 mesi e 10 giorni, che in molti casi sarà convertita in una sanzione pecuniaria di 160 euro. Tra chi ha manifestato l’intenzione di accogliere la proposta di patteggiamento c’è anche il legale del consigliere comunale di Fd’I Alberto Ferrero, e come lui buona parte dei pazienti occasionali del medico arrivati da varie province d’Italia, sapendolo compiacente. Se il patteggiamento, più che un’ammissione di colpa, rappresenta un’ancora cui aggrapparsi per uscire il più velocemente dalle sabbie mobili, limitando i danni anche dal punto di vista economico, grossa parte degli imputati intende fare valere le proprie ragioni. Di questi, una quarantina con rito abbreviato, mentre già lunedì prossimo 91 discuteranno l’udienza preliminare, accettando il rischio di un (probabile) rinvio a giudizio in un processo a porte aperte. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di pazienti che contestano Passarini e sono pronti a dichiararsi vittime delle sue vaccinazioni simulate. In buona sostanza, dal medico di base erano andati per farsi vaccinare e mai avrebbero pensato che al posto di una fiala Pfizer gli sarebbe stata iniettata una soluzione fisiologica: questa, almeno, sarà la linea delle difese, mentre il procuratore Daniele Barberini non crede certamente che Passarini abbia fatto tutto da solo, ergendosi a paladino del fronte no-vax per salvare d’iniziativa i suoi “sprovveduti“ pazienti da potenziali conseguenze della somministrazione vaccinale. Nei fatti i pazienti del medico oggi gli si rivoltano contro e lo stesso potrà essere chiamato nei processi nella veste di testimone e non più di imputato.

La seconda novità riguarda la costituzione di parte civile dell’Ausl, accolta dal giudice, ma contestata dalle difese per una serie di ragioni. Anzitutto, il danno di immagine lamentato dall’Ausl, documentato esibendo la mole di servizi giornalistici innescati dalla vicenda, sarebbe troppo generica, non precisando le circostanze concrete in cui i singoli imputati avrebbero determinato quel danno. Per quanto riguarda i diversi dipendenti Ausl coinvolti nell’inchiesta – tra infermieri e amministrativi –, il falso contestato per ottenere i green pass fa riferimento al periodo tra ottobre e novembre 2021, quando per andare al lavoro era sufficiente il tampone, mentre il certificato verde sarebbe diventato obbligatorio da dicembre.

Lorenzo Priviato