La pioggia riapre le ferite che solcano da un anno e mezzo il corpo delle Romagna alluvionata già tre volte, costringendo gli abitanti a evacuare nuovamente i quartieri e le frazioni più a rischio. Chi può ha innalzato barriere di blocchi di cemento per proteggere i quartieri da un’eventuale piena – come a Faenza – chi non può, per via di rotte arginali ancora troppo estese, ha diramato l’ordine di evacuazione totale, valido a Boncellino e Traversara. L’allerta arancione già nel primo pomeriggio di ieri è diventata rossa per tutta la provincia di Ravenna. Nella serata di ieri la situazione è migliorata, tanto che il sindaco di Faenza Massimo Isola ha revocato l’ordinanza di evacuazione, permettendo alle famiglie di rientrare nelle proprie abitazioni per la notte. "Stiamo disallestendo il Pala Bubani", ha fatto sapere il primo cittadino.
Resta comunque massima soprattutto per i bacini di Lamone e Senio e, in pianura, per il Montone: per tutti è previsto il superamento della soglia 2. Le evacuazioni preventive scattate prima della decisione del sindaco sono state disposte sia a Faenza, nella porzione del quartiere Borgo Durbecco che ha il suo epicentro in via Cimatti, sia nelle frazioni di Traversara e di Boncellino, nel territorio del comune di Bagnacavallo, proprio a ridosso del corso del Lamone. Già nel pomeriggio il Borgo Durbecco appariva un quartiere svuotato dei suoi abitanti: le pochissime persone ancora all’esterno stavano abbandonando i piani terra, con sotto braccio appena una borsa. L’unico veicolo in strada è la volante della Polizia municipale, intenta a ribadire il messaggio con cui viene consigliato di evacuare il piano terra ed eventualmente l’intero edificio. Il terreno, ancora impregnato, ha cessato ben presto di assorbire acqua, e poco dopo le 14 la porzione del parco Gatti più vicina a via Cimatti appariva già estesamente allagata. Proprio in via Cimatti è stato di nuovo innalzato un muro di contenimento, lungo questa volta una quarantina di metri: non sorge al di sotto del ponte della circonvallazione, dove il precedente, quindici giorni fa, fu abbattuto dalla furia delle acque del Marzeno in pochi istanti, ma una decina di metri più a sud, per puntellare la barriera di terra che costeggia i campi a monte dell’area urbana. L’obiettivo è chiaro: rinforzare lo sbarramento in modo che possa contenere tutte quelle acque che altrimenti potrebbero arrivare in via Cimatti. Si tratta, per quanto in veste emergenziale e dai connotati provvisori, del nuovo volto che avrà probabilmente questa parte di città una volta che saranno costruite le progettate aree allagabili. La città nel frattempo tenta di conservare una parvenza di normalità: a Faenza le scuole sono rimaste aperte, così come i centri diurni, le palestre comunali e gli istituti culturali.
Filippo Donati