REDAZIONE RAVENNA

Faenza dopo l’alluvione Viaggio in Borgo, allagato due volte: "Quartiere fantasma"

Il gestore di Artistation: "Preventivi irraggiungibili, ma ripartiremo". Anche il ponte delle Grazie chiuso nuoce alle attività.

Faenza dopo l’alluvione Viaggio in Borgo, allagato due volte: "Quartiere fantasma"

Sorrisi spenti nei volti e occhi pesanti, che lasciano intravedere il vissuto ma anche una voglia di reagire, parzialmente soffocata dallo scenario circostante. Non un paesaggio qualsiasi, ma quello della zona Borgo, a Faenza. Tre mesi dopo la prima alluvione che ha interessato via Ragazzini, via d’Azeglio, via Cimatti fino a via Ugo Piazza, le porte e le finestre sono ancora aperte in gran parte delle abitazioni, i segni dell’acqua si intravedono nitidamente sui muri e i giardini, in particolare nelle traverse di via Cimatti, raccolgono ancora materiali pronti per essere conferiti. Qualcuno è al lavoro, ma chi vive (o viveva, nda) qui evidenzia come la zona si possa facilmente definire "un quartiere fantasma". In via De Gasperi i segni del dramma si notano su ogni saracinesca distrutta dalla fiumana e su ogni porta scardinata. È così fuori dalla vecchia sede della ditta edile Melandri e anche nel garage a fianco.

In via Silvio Pellico il cielo grigio degli ultimi giorni grava sulla silenziosa desolazione. La sede della scuola di musica Artistation è ancora chiusa e non si sa per quanto lo resterà. "Devo capire da dove ripartire – spiega Mattia Lucatini –. Mi devono fare sapere dove mi potrò appoggiare per i corsi invernali. In particolare prima di eseguire i lavori dobbiamo capire come faremo per le strade quando piove. E siamo ancora alla ricerca di fondi. I preventivi per il ripristino sono al momento irraggiungibili". Lucatini però tiene a precisare: "In ogni caso in qualche modo ripartiremo. Abbiamo ricevuto tanta solidarietà e dobbiamo una ripartenza a chi ci ha aiutato fino ad oggi". In Piazza Lanzoni il bar Le Piramidi è aperto, così come la parrucchiera a fianco, che ha dovuto rifare la caldaia. Il laboratorio di sushi invece è stato svuotato. Dall’altra parte della strada, in corso Europa, qualcuno di passaggio suggerisce (o spera) che il tabaccaio riaprirà a breve, ma per il momento la saracinesca resta abbassata. Poi c’è l’edicola di Rossano Marchi, che si affaccia sul corso divenuto cieco con la chiusura del ponte delle Grazie: "Senza quello il lavoro è diminuito molto. Prima in molti si fermavano anche tra le 11 e le 12, ora non più. La strada finisce qui. Otto anni fa abbiamo sofferto la chiusura per gli interventi, ma fu solo per due mesi". Per un’edicola come la sua un segmento di clientela era costituito dagli appassionati di fumetti. "Ma i collezionisti che abitavano qui li hanno persi tutti e ora non li comprano più. Inoltre bisogna sistemare le case: insomma, ci sono anche difficoltà economiche".

Al circolo i Fiori un signore lamenta la mancanza di connessione internet dall’alluvione, un problema lamentato anche da altri. La barista Sabrina Barnabè fa notare che "questo è il momento in cui c’è più bisogno di supporto, tante persone si sono trasferite o sono ancora fuori casa o hanno le case distrutte". Dopo l’arrivo del primo contributo da 3.000 euro, tutto è incerto . Una signora si accoda alla discussione: "Di tutta questa storia sa cosa ci rimane? Solo l’attesa".

Damiano Ventura