REDAZIONE RAVENNA

Eni-Snam, prima cattura di CO2. Taglio delle emissioni oltre il 90%

Chiusa la fase sperimentale. Descalzi: "Efficace per ridurre l’inquinamento delle aziende energivore"

Chiusa la fase sperimentale. Descalzi: "Efficace per ridurre l’inquinamento delle aziende energivore"

Chiusa la fase sperimentale. Descalzi: "Efficace per ridurre l’inquinamento delle aziende energivore"

di Maria Vittoria Venturelli

RAVENNA

Eni e Snam annunciano l’avvio del primo progetto italiano di CCS (Carbon Capture and Storage) portato avanti con una joint venture paritetica che farà di Ravenna il principale hub del Mediterraneo per lo stoccaggio della CO2, uno dei più grandi del mondo e il primo in termini di efficienza. Parte, quindi, come da programma la prima fase. Consentirà di catturare 25mila tonnellate all’anno di anidride carbonica dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, che saranno convogliate verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest in Adriatico e iniettate nel giacimento di gas esaurito per essere stoccate permanentemente a circa 3mila metri di profondità. La fase sperimentale ha comportato un investimento di 130 milioni di euro, mentre sarà di 1,5 miliardi quello stimato per la fase industriale che partirà nel 2026 e contribuirà alla decarbonizzazione delle industrie dei settori "hard to abate" di Ravenna e del Nord Italia con la cattura di 4 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica. Quantità che dal 2030 potrà arrivare a 16 milioni di tonnellate.

"L’avvio delle attività di iniezione della CO2 a Ravenna è un passo importante per l’affermazione di una nuova tecnologia verso cui il governo guarda con grande interesse per raggiungere gli obiettivi climatici". Lo afferma il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Il progetto sta garantendo un livello di abbattimento superiore al 90%, e con punte fino al 96%, della CO2 in uscita dal camino della centrale di Casalborsetti con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% e a pressione atmosferica. Sono le condizioni più severe a oggi riscontrabili dal punto di vista industriale, che collocano Ravenna CCS come il primo progetto al mondo su scala industriale con questa efficienza di cattura. Per Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, "è una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili" e risponde alla domanda reale di chi l’energia la deve utilizzare per lavorare e produrre. "Facciamo leva sulle nostre storiche competenze – spiega Stefano Venier, ad di Snam – con particolare riferimento all’area padana, nella quale siamo già radicati con asset strategici che da decenni sostengono lo sviluppo economico e sociale del Paese".

Due gli elementi sottolineati. Il progetto Ravenna CCS è una parte importante nel raggiungimento degli obbiettivi fissati dall’Unione Europea di dotarsi entro il 2030 di una capacità di stoccaggio di CO2 pari ad almeno 50 milioni di tonnellate all’anno. Inoltre, per Eni e Snam è possibile essere i primi perché a Ravenna ci sono competenze, dialogo istituzionale e industrie. È un territorio che comprende l’esigenza di una trasformazione energetica equilibrata e in cui è possibile fare attività di ricerca, perché ci sono università e professionalità eccellenti.