REDAZIONE RAVENNA

De Pascale: "Da Eni risposta positiva sulla chiusura anticipata di Angela Angelina"

L'amministratore delegato di Eni ha assecondo le richieste del sindaco di Ravenna

La piattaforma Angela Angelina vista dalla foce del Bevano

La piattaforma Angela Angelina vista dalla foce del Bevano

Ravenna, 6 luglio 2017 - La piattaforma Angela Angelina, la più vicina alla costa tra le 47 attive in Emilia Romagna per l’estrazione di gas, potrebbe essere chiusa prima del 2027, anno in cui scadrà la concessione. Ad affermarlo è il sindaco Michele de Pascale, che ha avuto da Eni la conferma alle sue richieste. “Ho ricevuto ieri – spiega de Pascale - una lettera dell’amministratore delegato di Eni, ingegner Claudio Descalzi, in risposta alla mia richiesta di chiudere il prima possibile, e quindi in anticipo rispetto alla scadenza della concessione in essere (2027) la piattaforma Angela-Angelina, perché non sostenibile da un punto di vista ambientale. La risposta di Descalzi sancisce l’impegno di Eni ad attivarsi concretamente in tal senso, di concerto con il ministero dell’Economia, il cui ruolo è fondamentale rispetto al raggiungimento di questo obiettivo. E’ acclarato che il resto delle piattaforme presenti in Adriatico per quanto riguarda il nostro territorio non ha interazioni con i fenomeni di subsidenza a terra, mentre Angela-Angelina è eccessivamente vicina alla costa e ad un luogo di altissimo pregio ambientale. D’altronde bisogna considerare che la transizione energetica dalle fonti fossili alle rinnovabili si basa principalmente sull’impiego di gas naturale e che una riduzione di produzione di gas naturale in Italia coinciderebbe attualmente con un aumento delle importazioni, con tutte le conseguenze negative che ciò comporterebbe. L’impiego di gas naturale e gli investimenti sulle rinnovabili devono andare avanti parallelamente, perché nel medio periodo il mix energetico è fondamentale. Stiamo mantenendo la posizione assunta in campagna elettorale, cioè siamo favorevoli agli investimenti sul nostro territorio, di Eni e di qualsiasi altro soggetto, che abbiano le caratteristiche di aumentare l’occupazione, la competitività e l’innovazione. Al contempo stiamo lavorando in modo serio e rigoroso, costantemente, affinché le attività produttive riducano il loro impatto ambientale e laddove ci sono oggi impianti impattanti, presenti in zone sensibili, si faccia di tutto per dismetterli o delocalizzarli in aree più idonee. La nostra è una linea coerente con la ricerca del migliore equilibrio possibile tra il necessario sviluppo della nostra economia e del nostro tessuto sociale e occupazionale e le doverose esigenze di tutela del nostro prezioso patrimonio naturale”.