Ravenna, 29 novembre 2019 - «Asfissia meccanica da annegamento». Una formula tecnica, quasi algida, che però racchiude una tragedia incommensurabile: la morte di Edoardo Bassani, il bimbo di Castrocaro deceduto a soli quattro anni il pomeriggio del 19 giugno scorso a ‘Mirabeach’, il parco acquatico che si trova nel contesto di Mirabilandia.
La relazione conclusiva dell’autopsia sul piccolo, eseguita dai due medici legali incaricati dalla procura – Franco Tagliaro e Federica Bortolotti, entrambi dell’università di Verona – è stato depositata nei giorni scorsi. Si tratta di un’articolata disamina di una trentina di pagine nella quale, in termini scientifici, vengono vagliati i vari passaggi che hanno portato sino alla tragedia. In particolare viene individuato il momento preciso in cui il bimbo entrò in crisi; quello nel quale venne portato fuori dall’acqua con le conseguenti prime manovre rianimatorie; e quello entro il quale, intervenendo, lo si sarebbe forse potuto salvare.
Quella drammatica sequenza, della durata totale di circa otto minuti, tre dei quali trascorsi dal bimbo con la faccia sott’acqua, era stata integralmente registrata dalle telecamere interne di sicurezza. Un documento – anzi, probabilmente il documento – entrato sin dalle prime battute nel fascicolo aperto per omicidio colposo in cooperazione. Le immagini avevano consentito di ipotizzare sin da subito un annegamento diretto del bimbo visto che era passato da una zona con l’acqua alta 30 centimetri a una in cui l’acqua raggiunge i 110 centimetri di una piscina il cui nome, ‘Laguna del Sol’, evoca ben altri momenti.
Nelle immagini, si nota il bimbo dirigersi verso altri bambini che stanno giocando alla baby-dance. Poi il gioco via via si trasforma in affanno: il bambino per un po’ annaspa e alla fine purtroppo cede. Secondo quanto fin qui ricostruito negli accertamenti dei carabinieri, coordinati dai pm Alessandro Mancini e Daniele Barberini, la madre si era allontanata dal piccolo dicendogli di rimanere lì dove si trovava perché lei sarebbe tornata a breve. Lui invece era riuscito a guadagnare quel punto profondo quanto all’incirca la sua altezza. Quando era andato in affanno, evidentemente i bimbi che gli stavano attorno non se ne n’erano accorti, magari pensando che stesse giocando. E invece proprio in quei momenti la madre – come si può intuire dal video – lo stava già cercando a bordo vasca, ignorando il tremendo epilogo della vicenda.
Per l’accaduto, in totale sono dieci gli indagati: oltre alla madre del bambino, una 38enne di origine ravennate, figurano il bagnino, un 18enne cesenate, che si trovava più vicino al corpo del bimbo. Ci sono poi diversi responsabili a vario livello di sicurezza interna e salvataggio, tutti residenti tra Ravenna e Forlì. E infine ci sono il direttore generale del parco, Riccardo Marcante, e quello operativo, Lara Teodora Hermoso. L’unica a essersi avvalsa di un proprio consulente – il medico legale forlivese Marco Troiano –, era stata la madre del piccolo tutelata dall’avvocato forlivese Giovanni Zauli.