Grande attesa per l’apertura al pubblico di palazzo Guiccioli. Ieri mattina il primo gruppo di 100 visitatori era già in fila dalle 9.30 in via Cavour in attesa che le porte del palazzo nobiliare - restaurato dalla Fondazione della cassa di Risparmio di Ravenna e che ospita il museo Byron, del Risorgimento e delle bambole – si aprissero e disvelassero l’importante opera di restauro portata avanti sui 2.220 metri quadrati complessivi articolati in 24 stanze. Sold out tutti gli ingressi di ieri (800 persone) e di oggi (altri 800 ingressi), da tempo prenotati in visita gratuita. Da domani il museo sarà aperto al pubblico in maniera ordinaria. Biglietto unico musei: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto giovani (fino a 26 anni) 5 euro, ragazzi (fino a 11 anni) omaggio. Prevendite presso la biglietteria Palazzo Guiccioli ma anche online www.palazzoguiccioli.it e circuito vivaticket. Orari dei tre musei: dalle 10 alle 18; giorno di chiusura il lunedì.
La Taverna Byron, invece, inaugurerà sabato 7 dicembre. Impressioni positive tra i visitatori sugli allestimenti relativi alla storia ravennate, e non solo, di lord Byron e al Risorgimento cittadino, mentre molto interesse ha destato anche il museo delle bambole. Aperto nel 2006 grazie all’impulso di Graziella Gardini Pasini, il museo, seguito da Patrizia Miglietti, offre un piacevole salto nel passato tra i giocattoli che tennero compagnia ai nostri nonni e genitori e ci racconta anche come sia cambiato il gusto per il gioco, nel corso del tempo. La collezione raccoglie oggetti dal 1850 (risale a quella data la bambola più antica) al 1950, con qualche rarità fuori epoca, come una lettiga giocattolo del ‘700 o la riproduzione di una bambola micenea del 1100 a.C. Realizzate in porcellana, celluloide, panno e provenienti da Francia, Germania e Italia, le bambole sono esposte in ordine cronologico, per dare l’idea della loro evoluzione, dai materiali utilizzati alle espressioni dei volti, e di come, nel tempo, sia cambiato anche il modo di rappresentare il bambino da parte degli adulti.
Naturalmente, assieme alle bambole, non mancano vestitini e accessori, casette e altro tradizionalmente collegati al mondo del giocattolo. Nel corso degli anni il museo è andato ad arricchirsi di molte donazioni, come nel caso di un’intera collezione da 827 pezzi, appartenuti alla signora Valentina Accame e donati dopo la sua morte. Alcune teche sono dedicate infine al mondo della scuola, con libri, quaderni, cannette, pennini e calamai, mentre altre espongono abbigliamento d’epoca per bimbi e neonati. Una carrozzina giocattolo del 1904 dà il benvenuto al visitatore che viene salutato da una automobile a pedali del 1950.