REDAZIONE RAVENNA

Ecco il rigassificatore. Da aprile in funzione. E la presidenza di Ap andrà rinnovata

Il 14 gennaio scade il mandato di Rossi: potrà essere prorogato per 45 giorni. Presto a gara il progetto contro i fumi di scarico delle navi da crociera.

Come sarà l’impianto al Terminal crociere per ridurre le emissioni delle navi

Come sarà l’impianto al Terminal crociere per ridurre le emissioni delle navi

Nel 2025 il porto di Ravenna vedrà importanti novità. Il primo cambiamento sarà nella governance, perché il secondo mandato del presidente Daniele Rossi termina il 14 gennaio e per legge non può essere riconfermato. Visto che l’individuazione del suo sostituto non è ancora avvenuta, potrà avere una proroga di 45 giorni. Ma a fine febbraio, se non vi sarà il decreto col nuovo nome, arriverà un commissario i cui poteri sono ridotti rispetto a quelli di un presidente in carica. I tempi sono stretti e la palla è in mano al presidente della Regione e al ministro delle Infrastrutture. Nel frattempo, è uscito anche il bando per il rinnovo degli organi di vertice di altri 6 porti con scadenza 31 gennaio, che si aggiunge a quello relativo a 9 scali tra cui appunto Ravenna (ben 15 autorità portuali, su un totale di 16). È il segno di un’accelerazione che il ministero delle Infrastrutture vuole dare per stabilizzare gli incarichi in vista della riforma dei porti. Sicuramente si porrà il problema di come garantire una continuità nella gestione dei progetti in corso che riguardano lo scalo di Ravenna. Un ruolo importante lo giocheranno gli energetici. Innanzitutto, il rigassificatore di Snam, che ad aprile entrerà in funzione al largo di Punta Marina. Un investimento di 1 miliardo, che porterà la capacità complessiva di rigassificazione italiana a 28 miliardi di metri cubi, equivalente ai volumi importati via gasdotto dalla Russia nel 2021, prima del conflitto russo-ucraino. La situazione oggi è completamente cambiata rispetto a due anni fa e le interruzioni delle forniture non preoccupano più.

Parallelamente nel 2025 e fino a ottobre 2026 l’Autorità portuale sarà impegnata nella realizzazione della diga foranea lunga 900 metri che garantirà sicurezza e operatività all’impianto anche con condizioni meteomarine avverse. Il costo è di 250 milioni di euro. Vi è poi il progetto dell’eolico a mare Agnes, che insieme a quelli di Rimini e Marsala in Sicilia sono gli unici (su 130 domande presentate) ad aver superato positivamente la valutazione di impatto ambientale. Questa è la condizione per partecipare alle aste dove vengono assegnate le tariffe, che dovrebbero tenersi a marzo 2025. E solo dopo, il progetto potrà partire. Si punta anche sullo stoccaggio della CO2. Eni e Snam hanno in corso la prima fase del progetto che cattura le 25mila tonnellate emesse dalla centrale Eni di trattamento del gas di Casalborsetti e le convoglia verso la piattaforma di Porto Corsini Mare ovest per iniettarle nell’omonimo giacimento dismesso. La seconda fase prevede di arrivare a un volume di 4 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro il 2030 e successivamente fino a 16 milioni di tonnellate annue.

A questi progetti si aggiunge il campo fotovoltaico nell’area ex Sarom, finanziato dal Pnrr per oltre 10 milioni, i restanti 23 necessari saranno messi a disposizione da un privato tramite un project financing. L’Autorità portuale lo metterà a gara nei primi mesi dell’anno. L’energia sarà trasportata dall’ex Sarom a Porto Corsini con una linea interrata e il cold ironing consentirà alle navi da crociera di spegnere i motori durante la sosta al terminal risolvendo il problema dei fumi di scarico. Il surplus di energia da 38 Mw ai 23 destinati alle navi da crociera, quando presenti, potrà servire a prezzi concorrenziali altri insediamenti portuali.

Maria Vittoria Venturelli