Cosa cambia, per gli enti locali del territorio, con l’elezione a presidente della Regione Emilia Romagna di Michele de Pascale? Il diretto interessato ieri ha dichiarato che "adesso devo anche gestire la transizione nella mia città, perché a primavera voterà il Comune di Ravenna e quindi in questi giorni, prima dell’insediamento in Regione, voglio lasciare tutte le cose in ordine e a posto per la gestione transitoria". Il neo presidente della Regione era (meglio: è, perché formalmente ricopre ancora entrambi gli incarichi), sia sindaco di Ravenna che presidente della Provincia. Due incarichi amministrativi che verranno ricoperti, nell’immediato, dal vicesindaco Eugenio Fusignani, storico esponente del Partito Repubblicano, e da Valentina Palli (Partito democratico), sindaca di Russi e vicepresidente della Provincia. A stabilirlo è il Tuel, il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, per la precisione l’articolo 53. Il percorso per Comune e Provincia procederà sostanzialmente in parallelo (l’articolo 53 prende in esame entrambi gli enti locali). Un aspetto da precisare è che, per scelta del diretto interessato, sia per per il Comune che per la Provincia è prevista la la decadenza del sindaco-presidente, e non le dimissioni. Perché non le dimissioni? Perché il comma 3 dell’articolo 53 specifica che ’le dimissioni presentate dal sindaco o dal presidente della Provincia diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio. In tal caso si procede allo scioglimento del rispettivo consiglio, con contestuale nomina di un commissario’. De Pascale non imboccherà questa strada, che come abbiamo appena visto si tradurrebbe poi nella nomina, da parte del prefetto Castrese De Rosa, di un commissario prefettizio, cioè di una figura tecnica e non politica.
De Pascale seguirà invece l’altra linea, sulla scorta di quanto sta avvenendo a Genova, dove Marco Bucci, sindaco del capoluogo ligure, è stato eletto presidente di Regione (ad sostenerlo i partiti di centrodestra). Non più tardi di una settimana fa il consiglio comunale di Genova ha approvato la prima di una serie di delibere con la quale è stato di fatto avviata la procedura di decadenza. De Pascale dunque si presenterà al consiglio comunale e a quello provinciale, che approveranno delibere analoghe, con la ’contestazione’ dell’incompatibilità del ruolo di presidente della Regione con altri incarichi. Di fatto verranno sciolti giunta e consigli che resteranno in carica fino alle prossime elezioni. ’Il consiglio e la giunta - comma 1 dell’articolo 53 - rimangono in carica sino alla elezione del nuovo consiglio e del nuovo sindaco o presidente della provincia. Sino alle predette elezioni, le funzioni del sindaco e del presidente della provincia sono svolte, rispettivamente, dal vicesindaco e dal vicepresidente’. Fusignani e Palli, come detto. Il comma 2 è netto: ’Il vicesindaco ed il vicepresidente sostituiscono il sindaco e il presidente della provincia in caso di assenza o di impedimento temporaneo, nonché nel caso di sospensione dall’esercizio della funzione ai sensi dell’articolo 59’.
Per quanto riguarda il Comune di Ravenna si dovrebbe andare a votare nella primavera del prossimo anno; da definire invece ancora il periodo dell’anno per la Provincia. Per quanto riguarda il municipio, il centrosinistra è partito per tempo, presentando come candidato sindaco Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Partito democratico, mentre il centrodestra deve ancora individuare il o la sua rivale. L’indicazione di massima che filtra da ambienti di opposizione è che i partiti siano alla ricerca di una candidata sindaca donna, rappresentante della società civile (una figura civica, per dirla altrimenti).