REDAZIONE RAVENNA

Dopo un controllo al porto. Bloccati quintali di sciroppo destinati a Libano e Gaza

Servivano per proteggere le gole dal pulviscolo dei bombardamenti. Ma per l’accusa è falsa la dicitura ’made in Itlay’. Chiesto il dissequestro.

Servivano per proteggere le gole dal pulviscolo dei bombardamenti. Ma per l’accusa è falsa la dicitura ’made in Itlay’. Chiesto il dissequestro.

Servivano per proteggere le gole dal pulviscolo dei bombardamenti. Ma per l’accusa è falsa la dicitura ’made in Itlay’. Chiesto il dissequestro.

Si tratta di diversi milioni di euro in flaconi di sciroppo ’Fortuss’. Un medicinale per la gola che potreste prendere quando avete la tosse. Questa partita avrebbe dovuto raggiungere Beirut per essere recapitata a diverse ong internazionali le quali, oltre che in Libano, avrebbero poi distribuito i flaconi in aree come la Giordania, l’Iraq, il Kurdistan e - avendone la possibilità - pure a Gaza. Sì, perché - secondo gli esperti di settore - il farmaco in questione ha un effetto importante sotto ai bombardamenti: protegge gli alveoli polmonari dal pulviscolo che per giorni viaggia nell’aria.

Ma dal 30 ottobre scorso l’intera partita risulta bloccata al porto di Ravenna: un sequestro preventivo in via d’urgenza legato al fatto che - secondo quanto finora contestato - i medicinali in questione, giunti da San Marino, riporterebbero falsamente la dicitura ’Made in Italy’. Nei numeri si tratta di 100.694 flaconi da 120 ml l’uno: ovvero 34 colli per 19 mila 50 chili - come ha precisato ieri mattina davanti al tribunale del Riesame l’avvocato Luca Sannio del Foro di Nuoro - targati Advanced Biomedical srl, società con sede a Cagliari.

E qui si arriva a una storia nella storia: perché - come specificato davanti al collegio presieduto dal giudice Piervittorio Farinella -, il legale rappresentante della srl cagliaritana è Hani Ramahi, palestinese giordano naturalizzato italiano, laureato in Farmacia all’ università di Cagliari oltre che uno dei proprietari della srl produttrice di farmaci da esportare in Medio Oriente. Lui stesso, attraverso il suo legale, ha lanciato un appello: che i flaconi possano arrivare a destinazione, qualsiasi sia la sorte che toccherà a lui.

Dal punto di vista tecnico, la questione va risolta nell’ambito della composizione del medicinale: ovvero per potere contenere la dicitura ’made in Italy’, il miscuglio farmacologico - così viene indicato in termine tecnico - deve essere realizzato per parte prevalente in Italia. La parte residuale è invece ciò che esula dal miscuglio. Nel nostro caso la relazione tecnica del professor Silvio Lavagna della facoltà di Farmaceutica dell’università La Sapienza di Roma - consulente della difesa -, ha escluso che "l’attività sostanziale sia riconducibile a San Marino". È invece l’Italia il Paese d’origine "del miscuglio del Fortuss che contiene il 63,5% in peso di materie prime e di eccipienti di origine italiana e prodotte" in Italia. Un farmaco italiano insomma la cui formulazione, secondo le carte depositate dal legale, è stata sviluppata da un’azienda con sede a Roseto degli Abruzzi, la Health Progress srl, su richiesta della società cagliaritana. San Marino si sarebbe cioè occupata solo per parte residuale della lavorazione. I giudici si sono riservati la decisione sul dissequestro. Intanto il Fortuss resta a Ravenna, almeno per ora.

Andrea Colombari