Ravenna, 13 settembre 2024 – Anche il ravennate Massimo Mariani era caduto nella trappola delle persone che nel Bresciano sono state arrestate per aver convinto i genitori di un bimbo malato di tumore a lasciare le cure tradizionali per affidarsi al loro metodo. Senza che neanche fossero medici. Per Massimo non c’è stato niente da fare e nel giugno del 2023 è morto tra atroci sofferenze. La madre, Gabriella Sarti, decise di sporgere denuncia, tanto più che, dopo la scomparsa del figlio, questi sedicenti guaritori, in particolare la donna, avevano avuto nei suoi confronti atteggiamenti intimidatori e, in seguito, erano spariti.
Nel Bresciano i genitori del bimbo di due anni affetto da una forma tumorale alla fine si erano ricreduti e, di fronte alla mancanza di miglioramenti del piccolo che, anzi peggiorava, avevano deciso di tornare alle terapie tradizionali. A quel punto erano arrivate le minacce, esattamente come era accaduto alla madre di Massimo Mariani che, fino all’ultimo, aveva tentato di dissuadere il figlio. Le tre persone coinvolte, una 40enne di Bologna che aveva vissuto a Marina Romea, una 39enne di Terni, e un 46enne di Ferrara, proponevano, secondo l’accusa, una "fantomatica terapia effettuata a distanza tramite un apparecchio in grado, secondo loro, di analizzare l’aura e il campo energetico attorno ai corpi". Il macchinario ‘scio’, ubicato negli Usa, sarebbe basato sulla fisica quantistica e sull’utilizzo di campi magnetici. In pratica si trattava di sedute costosissime, fino a 150 euro l’una, davanti allo schermo di un computer. Le tre persone arrestate sono finite ai domiciliari con l’accusa, in concorso tra loro, di tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo di una professione, truffa e lesioni personali.
Gabriella Sarti e i genitori del bambino malato erano andati anche in televisione a Striscia la Notizia, per denunciare la truffa e, in particolare la coppia del bresciano, era stata minacciata da una delle donne arrestate affinché ritrattasse le accuse.
Massimo Mariani nelle ultime settimane aveva ascoltato la madre, era allo stremo delle forze, soffriva tantissimo e aveva accettato di essere ricoverato all’hospice di Villa Adalgisa.
a.cor.