ANNAMARIA CORRADO
Cronaca

Don Minzoni, lettere e appunti. Il fondo di Bartolo Montanari

Il piccolo tesoro è stato consegnato dalla famiglia alla diocesi. Andrà ad arricchire la documentazione sulla causa di beatificazione.

Maria Luisa Montanari e il nipote coi documenti del fondo donato alla diocesi (Corelli)

Maria Luisa Montanari e il nipote coi documenti del fondo donato alla diocesi (Corelli)

Lettere e appunti scritti di suo pugno, documenti inediti, giornali d’epoca, oltre a testimonianze di amici e commilitoni che furono accanto a lui durante la prima guerra mondiale. Un piccolo tesoro che arricchisce la documentazione sulla causa di beatificazione di don Giovanni Minzoni, il sacerdote ravennate ucciso dai fascisti nel 1923 ad Argenta. Tutto questo è contenuto nel fondo Bartolo Montanari/lascito monsignor Giovanni Mesini, che la famiglia Montanari ha donato alla diocesi. Il fondo è il risultato di un doppio legame. "Don Minzoni – ha detto Maria Luisa Montanari, figlia di Bartolo – aveva un legame fortissimo con monsignor Mesini che era stato suo insegnante in seminario e prima di partire per la guerra fa testamento e lascia a lui tutti i suoi scritti e documenti. Dopo la morte del sacerdote, monsignor Mesini riceve tutto e continua a raccogliere materiale, sui processi, sulle commemorazioni". Quando monsignor Mesini conosce Bartolo Montanari instaura con lui un legame di profonda amicizia. "Lo ricordo anziano – prosegue Maria Luisa Montanari – quando veniva la sera a casa nostra, saliva le scale lentamente per l’età, poi mio padre lo riaccompagnava". Alla morte di monsignor Mesini, il materiale su don Minzoni viene affidato a Montanari, che a sua volta lo arricchisce. "Volevamo che questo materiale fosse per tutti, così, con l’avvio della causa di beatificazione, io e mio fratello Giovanni abbiamo pensato di donarlo alla diocesi".

"Si tratta di documenti originali – ha sottolineato ieri il vescovo Lorenzo Ghizzoni –, fondamentali in una causa di beatificazione. Quella su don Minzoni è una causa storica perché non ci sono più testimoni diretti. Questi documenti ci consentono di avvicinarci di più a lui come sacerdote e uomo e ci permettono di risalire ad aspetti della sua vita giovanile". Nel fondo ci sono lettere alla mamma e alla sorella, appunti per la preparazione dei suoi ragazzi alla prima comunione e poi l’eco della sua morte, nelle testimonianze. Don Alberto Brunelli, vicario generale e presidente del tribunale per la causa di beatificazione di don Minzoni, ha sottolineato la mole di materiale analizzato sul sacerdote, a cui si aggiungono 50 testimonianze. "Ora è chiaro – ha osservato – perché abbiamo aspettato 100 anni. Prima la figura era fagocitata dall’aspetto politico, importantissimo, ma non l’unico. Don Minzoni aveva tante sfaccettature, era capace di essere fedele all’ideale cristiano in tutti i suoi aspetti". Le lettere e i documenti del fondo saranno pubblicati. "Stiamo cercando anche – ha annunciato il vicepostulatore, don Rosino Gabbiadini – di ripubblicare il Diario e altri suoi scritti introvabili e poi gli atti del convegno di novembre e una biografia scientifica, insieme a uno studio più approfondito sulla sua personalità".

Annamaria Corrado