Tra qualche giorno, lunedì 16 ottobre, prende servizio il nuovo direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Ravenna. Francesco Papoff, attualmente in forza alla Dogana di Bologna, ha superato il concorso per dirigente e occuperà l’ufficio al porto San Vitale in sostituzione di Giovanni Mario Ferente. "Gli auguriamo buon lavoro – afferma Mario Giovanni Cozza, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica Romagna – ma sarebbe una notizia se arrivasse con 30 unità di nuovi assunti, vista la carenza di organico degli uffici di Ravenna. Sembra un disco rotto, lo diciamo da quattro anni che 59 dipendenti sono pochi. È il numero più basso mai avuto e da qui al 2024 saranno altre sette le persone che andranno in pensione. È previsto l’arrivo di cinque, che non bastano nemmeno a coprire quelle in uscita nel 2023". Cozza sottolinea che "altri uffici in città portuali hanno più organici con la metà del lavoro da smaltire, perché la loro attività è inferiore. E ovviamente hanno meno introiti. Nel 2022 quelli generati dalla dogana di Ravenna ammontano a 1 miliardo e 48 milioni". Lo sviluppo delle crociere è un bene per la città, ma ad aumentare la quantificazione di personale doganale: dovrebbero essere 50 e non 30 le unità aggiuntive, perché la necessità è stata definita senza tenere conto dei 300mila passeggeri da controllare e dell’aumento del traffico commerciale che si determinerà con l’escavo del canale Candiano.
Quello che occorreva era una programmazione già nei primi mesi del 2021. "Era chiaro già allora – dice Cozza – che il presidio doganale di Ravenna avrebbe avuto bisogno di altro personale. C’erano le condizioni per agire per tempo e programmare il presente. Occorrono politiche di reclutamento serie, senza le quali non si va lontano". Inoltre c’è il tema della formazione che per chi lavora sul campo è indispensabile, "non ci si può limitare a una videoconferenza quando le navi sono già in porto". Per garantire la tenuta dell’ufficio delle dogane, e quindi avere un presidio di legalità efficiente, sono necessari "concorsi, interpelli dedicati e procedure di mobilità da altri enti. Consapevoli che serve tempo per formare nuovi funzionari, tra l’altro in una situazione in cui, mancando il turnover da pensionamento, è venuta meno la possibilità di tramandare ai giovani la propria professionalità". E sui giovani, "le priorità sono cambiate – commenta Cozza – non c’è solo la stabilità lavorativa, ma la gratificazione attraverso la partecipazione diretta e il coinvolgimento nei processi decisionali, l’aspetto economico, la flessibilità, il welfare. E in questo il settore privato è più appetibile di quello pubblico".
Maria Vittoria Venturelli