Ditta ravennate nel casellario Anac Il Tar ribadisce il provvedimento

La cooperativa Ciro Menotti nell’’albo nero’ degli appalti pubblici dopo i ritardi in un cantiere del Lecchese. L’azienda si era rivolta al tribunale amministrativo regionale, che le ha dato torto: il ricorso "è infondato". .

Vedere il proprio nome annotato sul casellario informatico dell’Anac, l’associazione nazionale anti-corruzione, per un contestato "grave inadempimento" in un importante appalto pubblico, non è esattamente il massimo per un’azienda. Ecco perché il consorzio nazionale cooperative di produzione e lavoro Ciro Menotti di Ravenna aveva fatto ricorso al Tar del Lazio per chiedere di annullare l’annotazione datata 18 agosto 2021. I giudici, con sentenza pubblicata di recente, hanno detto no: a loro avviso il ricorso "è infondato" perché la "risoluzione contrattuale per grave inadempimento, è un motivo tipico di annotazione". E poi le ragioni che avevano portato all’esclusione della cooperativa ravennate dall’appalto, "non appaiono manifestamente infondate". Breve digressione: il casellario informatico delle imprese è una banca dati gestita dall’Anac e sempre aggiornata: fornisce informazioni sugli operatori economici che hanno partecipato a procedure pubbliche. Si tratta insomma di un elemento fondamentale per la verifica dei requisiti. E torniamo al nostro caso.

Tutto è partito dall’appalto per il nuovo edificio comunale di Viganò, piccola città del Lecchese con un nuovo Municipio da tirare su per un importo lavori di poco più di 866mila euro. Ad aggiudicarselo, con delibera del 21 gennaio 2020, era stata la ravennate Ciro Menotti con un ribasso del 28,8%. L’esecutore dei lavori sarebbe poi stata la cooperativa Coem. Questa – si legge nella sentenza – a giugno aveva dato incarico a un geologo per indagini sismiche. Ad agosto l’esperto aveva definito "scadenti" le condizioni medie del sottosuolo. Il progetto insomma non avrebbe avuto le necessarie caratteristiche di ancoraggio. La Coem aveva poi commissionato una nuova perizia, risoltasi con esito analogo: quindi aveva trasmesso tutto alla Ciro Menotti la quale aveva chiesto un incontro. Ma il 26 ottobre il direttore lavori, nonché progettista dell’opera, sulla base del parere di un altro geologo, aveva respinto la dichiarazione di inadeguatezza del progetto. E il 10 dicembre con delibera di giunta, il contratto era stato risolto. Tempo qualche mese e si era mossa l’Anac arrivando a una durissima annotazione per "grave inadempimento, grave irregolarità e grave ritardo nella conduzione lavori da parte della consorziata esecutrice" la Coem, con "gravissimo danno agli interessi pubblici".

La cooperativa ravennate aveva allora fatto ricorso lamentando di avere inutilmente chiesto un incontro tra tecnici e progettista per risolvere i problemi emersi alla luce delle due perizie sulla pericolosità del progetto. E aggiungendo che per effetto dell’annotazione, era stata esclusa da una gara del Comune di Imperia. Per i giudici però le ragioni portate dalla giunta viganese per escludere la cooperativa ravennate – tra cui "pretestuosità delle contestazioni, ingiustificato innalzamento dei costi" e lavori fermi dopo "5 mesi dalla consegna del cantiere" – non appaiono infondati, tanto più che un geologo davanti al tribunale di Lecco aveva "sconfessato le criticità rilevate".

a.col.