FILIPPO DONATI
Cronaca

Riemerge la discarica fantasma: onda di rifiuti verso la Romagna

Tonnellate di spazzatura nell’alveo di un affluente del Santerno. Allarme inascoltato da cinquant’anni

Riemerge la discarica fantasma: onda di rifiuti verso la Romagna

​​Palazzuolo Sul Senio (Firenze), 24 marzo 2025 – Una discarica di cui si era persa la memoria, nonostante la battaglia parlamentare condotta dall’ex sindaco di Imola Veraldo Vespignani, e la rivolta popolare che aveva bloccato gli sversamenti di rifiuti ad appena una settimana dall’inizio. A fare tornare brutalmente allo scoperto quel capitolo di storia è stata l’ondata di maltempo di una settimana fa, che lungo la strada del Passo della Sambuca, nel Comune di Palazzuolo sul Senio, nella Romagna Toscana, sul limitare tra i bacini di Arno e Reno, ha riportato alla luce le tonnellate di rifiuti solidi urbani che nel ‘71 la municipalizzata fiorentina portò da Firenze a Palazzuolo, per rovesciarli direttamente nell’alveo del torrente Rovigo, con l’assenso del Comune appenninico, come purtroppo accadeva in epoche nelle quali la legislazione in termini di rifiuti era radicalmente diversa. 

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L’ondata di maltempo ha fatto riemergere la discarica, sulla quale lanciò già l’allarme l’ex sindaco di Imola Veraldo Vespignani. Ecco come si presenta la valle del torrente Rovigo (foto di Stefano Tedioli e da Emilia Romagna Meteo)

Gli sversamenti furono brevi ma abnormi: Vespignani nella sua interrogazione parlamentare parlò di trecento tonnellate al giorno. Non a caso gli abitanti dei Comuni di Palazzuolo e di Firenzuola si ribellarono, arrivando addirittura a occupare i due municipi. Dalla cima del passo della Sambuca lo scenario è apocalittico: si notano i cumuli di rifiuti che costituiscono ormai la nuova sponda della vallata. Plastica, vetro, polistirolo, materassi, sacchetti, per mezzo chilometro da quota mille metri fino al livello del torrente, di cui appena si percepisce il fluire.

Da qui le acque discendono una vallata laterale del Santerno: sono le stesse in cui si tuffano i romagnoli, da generazioni, alla cascata di Moraduccio. Il fiume prosegue poi il suo corso in direzione della provincia di Ravenna: è uno degli ultimi affluenti del Reno. Nelle ore successive alla gigantesca frana, Arpa Toscana e il Comune di Palazzuolo si sono attrezzati per collocare delle paratie lungo il Rovigo, al fine di bloccare la corsa dei rifiuti verso valle. “Arpa ha effettuato delle analisi – dice il sindaco di Palazzuolo, Marco Bottino –. Stando ai monitoraggi, quelli rinvenuti risultano essere rifiuti urbani; nel momento in cui potremo raccoglierli, come tali andranno trattati. Quelli invece che saranno caricati dalle ruspe insieme alla terra che compone la frana saranno smaltiti come rifiuti speciali. Parliamo di rifiuti che sono riemersi dopo cinquantaquattro anni, e che è realistico pensare abbiano perso pericolosità. Abbiamo posizionato le reti, mi sento di tranquillizzare i toscani e i romagnoli. Purtroppo, quella discarica, anzi dovrei dire quello sversamento, nonostante la battaglia che lo accompagnò, era sparito dalla memoria: nella mappatura delle discariche effettuate dalla Regione Toscana non compariva”.

Quesiti su cui sarà forse la magistratura a esprimersi: nelle scorse ore i carabinieri forestali hanno effettuato dei controlli sul posto. La ferita ambientale che solca una vallata dove fra poche settimane sarebbero andati a rifugiarsi gli amanti delle domeniche al fiume, tuttavia, richiederà tempo per rimarginarsi.

“Per il momento, complice la stagione, non si pone il quesito di un divieto di balneazione – prosegue il sindaco Bottino –. Eventuali decisioni di questo tipo saranno legate alla analisi effettuate sul rio Rovigo e sul Santerno. Non appena potremo organizzare squadre di volontari entreremo in azione, siamo già d’accordo con Legambiente. Non sarà semplice: a oggi non esiste un modo per raggiungere il torrente che non sia risalirne il corso: ciò richiederà verosimilmente un grande numero di volontari, forse organizzati con catene umane. Dal torrente i rifiuti andranno accumulati in un rifugio poco distante, e da lì portati al livello della strada del passo, dove potranno essere scaricati nei cassoni”.

Siamo rimasti basiti – ammette Alberto Baldazzi, sindaco di Castel del Rio –. Nessuno in Comune sapeva dell’esistenza di una discarica a pochi chilometri dal confine regionale. Il sindaco di Palazzuolo è stato parzialmente rassicurante, soprattutto per quel che riguarda il percolato, visto che le prime analisi dell’Arpa sono rassicuranti. Resta da capire se sono state realizzate le opere previsionali promesse, per evitare lo sversamento di materiale solido nel Santerno”.

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