Ravenna, 20 agosto 2024 – È stata notificata ieri comunicazione formale alla parte offesa sulla richiesta della procura di Ravenna di decreto penale di condanna per diffamazione aggravata in merito alle affermazioni pronunciate alla Festa dell’Unità il primo settembre 2023 da Pierluigi Bersani all’indirizzo del generale Roberto Vannacci, ora europarlamentare della Lega (e in questa querelle rappresentato dall’avvocato Massimiliano Manzo).
L’azione penale è stata esercitata dal pm titolare del fascicolo Raffaele Belvederi in ragione dell’epiteto “coglione”. Bersani, come previsto dalla procedura, potrebbe naturalmente decidersi di opporsi al decreto in questione annullandolo ma finendo a processo.
"Sia chiaro che sulla querela del generale Vannacci andrò fino in fondo. Voglio andare al processo", afferma in una nota Bersani. "La mia domanda, ancorché in forma scherzosa ed evidentemente non diretta a offendere Vannacci ma a criticare le opinioni che esprime, era e resta vera e sostanziale: se cioé qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione. Se nell'anno di grazia 2024 si decidesse che è possibile ci sarebbe davvero di che preoccuparsi".
Le verifiche, delegate alla polizia ravennate (sezione Digos) avevano riguardato sia il commento rilasciato durante quella serata che altri eventuali interventi di natura analoga di Bersani su Vannacci. In un paio di occasioni almeno Bersani era tornato sul tema davanti alle telecamere de La7, pure dopo avere saputo della querela di Vannacci dai giornali: la giornalista Lilli Gruber gli aveva anche chiesto se con la sua frase non stesse sdoganando il turpiloquio.
In particolare dal palco di Ravenna, commentando il libro bestseller di Vannacci (‘Il mondo al contrario’), Bersani aveva detto: “Io ho letto solo i sommari. Quando leggi quelle robe lì pensi: sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni, facciamo un grandissimo bar, il bar Italia. Mi resta una domanda: se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?”.
A dicembre, non appena sapere della querela dai giornali, aveva rincarato la dose sempre davanti alle telecamere de La 7: “Lui è un generoso, non trattatelo male, perché ha aggiunto che non avrebbe infierito sul mio corpo. E io con altrettanta generosità voglio dirgli che non infierirò sulla sua mente”