Dante, italianissimo e universale: si potrebbe riassumere così il fil rouge della penultima giornata di ’Prospettiva Dante’, il solo festival interamente dedicato al Poeta in programma oggi a Ravenna. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, il festival continua quest’oggi con il consueto intreccio di ricerca e amore per Dante, alta divulgazione e spettacolo, con intrecci interessanti.
Alle 11 con Alessandro Libertini e Véronique Nah si rinnova la visita-spettacolo ’Oh, Dante mio!’ (prenotazioni: segreteria@prospettivadante.it, tel. 351-638 8442) a partire dalla Tomba di Dante, dove alle 17 l’attore Virginio Gazzolo è protagonista della lettura perpetua della Commedia per il V canto dell’Inferno – quello che tutti ricordiamo come il canto di Paolo e Francesca – prestando ancora una volta la propria maestria di acuto e originale interprete ai versi danteschi.
Alle 17.15 si ritorna negli Antichi Chiostri Francescani in compagnia di Mauro Moretti, docente di Storia moderna dell’Università per Stranieri di Siena. Con il titolo Dante nell’800: Risorgimento e Stato unitario, Moretti ci invita a riflettere su come Dante sia stato simbolo dell’Italia ancora prima che la penisola raggiungesse unità politica. Per i patrioti alla ricerca di radici da contrapporre alle dominazioni straniere, il Poeta divenne oggetto di culto, identificato come la figura in grado di rappresentare il pensiero, l’ingegno e la lingua dell’Italia e dare fondamento all’Italia stessa. Non a caso la scuola dello Stato unitario rese Dante indispensabile nella formazione del nuovo cittadino.
A seguire Africa per Francesca da Rimini, ovvero il V canto dell’Inferno in wolof. Il wolof è parlato principalmente in Senegal, nonché in Mauritania e Gambia, ed è anche la lingua di Pap Khouma. Naturalizzato italiano e nota figura della letteratura migrante nel nostro Paese, oltre che fondatore e direttore della rivista online di cultura italo-africana ’Assaman’, Khouma fa risuonare i concetti danteschi in un’ammaliante struttura ritmica, tipica della cultura wolof. Suoi complici Mohamed Ba come voce recitante, Rufin Doh Zeyenouin al sax, djembe e maracas, e Raffaella Bianchi come voce narrante.
Alle 21 il teatro Alighieri di Ravenna ospita un attesissimo doppio appuntamento, aperto dalla performance ’Così nel mio parlar voglio esser aspro’ di Vincenzo De Angelis e Marcello Prayer dedicata alle Rime petrose. A ricevere il Premio Dante-Ravenna sarà Donatella Di Pietrantonio, fresca di Premio Strega per ’L’età fragile’ (Einaudi), storia di una famiglia sospesa nel segreto di un trauma; nel candidare il romanzo, Vittorio Lingiardi ha sottolineato che "L’età fragile non è un’età della vita, è la vita stessa (…) La vita dura come un sasso che Donatella Di Pietrantonio riesce a levigare con le mani sicure della sua scrittura". Alla conversazione della scrittrice abruzzese con Domenico De Martino, direttore artistico del festival, seguirà l’assegnazione del ’Premio Musica e Parole’ a Samuele Bersani, cantautore dai natali riminesi e dalla raffinata sensibilità melodica; quella che, abbinata a un personalissimo e vivace linguaggio, l’ha reso un maestro del racconto in musica del nostro presente. Fra le sue canzoni ricordiamo ‘Il mostro’, ’Coccodrilli’ e ’Giudizi universali’. Il cantautore naturalmente canterà alcune delle sue canzoni e sarà introdotto dallo storico della lingua Lorenzo Coveri, noto anche per essere l’accademico della Crusca che ogni anno dà i voti ai testi delle canzoni di Sanremo. Gli incontri con Donatella Di Pietrantonio e Samuele Bersani si svolgeranno al teatro Alighieri e non ai Chiostri, come inizialmente previsto, a seguito delle incerte previsioni meteo e dell’abbassamento delle temperature.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero, fino a esaurimento posti disponibili
Info e programma: www.prospettivadante.it - segreteria@prospettivadante.it - tel. 351-6388442