Ravenna, 24 luglio 2021 - La estenuante pianificazione, i due tentativi falliti prima di quello andato a buon fine. Perfino la buca scavata a poche centinaia di metri dalla casa della vittima, sotto a un cavalcavia circondato dalla fitta vegetazione: sui mattoni c’era un murale con un gatto giallo che faceva svolazzare una mazzetta di danaro. Era là dentro che il cadavere della 46enne Ilenia Fabbri per l’accusa avrebbe dovuto sparire per sempre: inghiottito da un inesorabile oblio fatto di terra impastata con acido corrosivo. E invece è andata in altro modo tanto che ora la procura ha chiuso l’indagine con una richiesta di rinvio a giudizio.
Omicidio di Faenza: Arianna parte civile contro il padre
Uguale a nessuna udienza preliminare e tutti subito a processo: e visto che per questo tipo di reato - l’omicidio pluriaggravato - è previsto l’ergastolo, nessuno dei due imputati potrà chiedere l’abbreviato ma si ritroveranno entrambi davanti alla corte d’assise. Forse già entro l’anno, chissà. L’iter prevede che il gip, una volta accolta la richiesta, entro 5 giorni emetta un decreto che andrà notificato alle parti entro 30 giorni dalla data di inizio del processo. A partire dagli imputati: e cioè il sicario reo confesso Pierluigi Barbieri, 53 anni, alias ’lo Zingaro’, originario di Cervia ma residente nel Reggiano (è difeso dall’avvocato Diego Dell’Anna). Per continuare con quello che l’accusa ha inquadrato quale mandante: il 54enne meccanico manfredo Claudio Nanni (avvocato Francesco Furnari).
Omicidio di Faenza, Nanni rinuncia all’eredità a favore della figlia
Il decreto verrà notificato anche ai pm titolari dell’inchiesta Daniele Barberini e Angela Scorza. E alla principale parte offesa: la 21enne Arianna Nanni, figlia della vittima e del 54enne, la quale più di recente ha manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile (è tutelata dall’avvocato Veronica Valeriani).
Nel processo, come già annunciato dai diretti interessati, anche il Comune di Faenza e l’associazione Sos Donna chiederanno di potersi costituire. Non è escluso che si facciano avanti pure altre associazioni a tutela delle donne. L’omicidio della 46enne del resto ha suscitato un clamore che è andato ben al di là dei confini provinciali. Secondo le verifiche di squadra Mobile di Ravenna, Sco di Roma e Commissariato di Faenza, il movente va inquadrato nelle tensioni sulla divisione del patrimonio coniugale via via lievitate dopo la separazione con l’assegnazione della casa alla donna e culminate nella causa di lavoro da 500 mila euro che Ilenia aveva promosso contro l’ex sia in relazione alla sua occupazione nell’attività di famiglia, l’auto-officina di Nanni, che nei proventi della vendita di una gelateria.
Il delitto risale alle 6 del 6 febbraio scorso: Barbieri, dopo avere atteso che Nanni uscisse con la figlia, grazie a una copia delle chiavi si era infilato nell’abitazione di via Corbara e aveva raggiunto la camera da letto di Ilenia ingaggiando con la donna una furiosa colluttazione culminata nell’omicidio al primo dei tre livelli in cui è strutturata l’abitazione. Prima aveva provato a soffocarla da dietro con il manico di una mazzetta da carpentiere facendo leva con un ginocchio sulla schiena della malcapitata. E poi, per accelerare, l’aveva sgozzata con un coltello recuperato da un lavello.
Un’azione maldestra con una variabile non prevista: in casa c’era una testimone. E cioè la fidanzata di Arianna, lì rimasta a dormire e dalla cui telefonata alla 21enne, interamente registrata, era scattato l’allarme. Gli inquirenti erano partiti da quelle parole per cercare di ricostruire un omicidio davvero singolare: perché un delitto con un mandante e un sicario prezzolato, è cosa decisamente rara per il contesto ravennate.
Settimane di verifiche fino al sussulto del 3 marzo quando, per effetto di un’ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Corrado Schiaretti, Nanni e Barbieri erano finiti in carcere. La richiesta di giudizio immediato contiene quelle stesse contestazioni arricchite dai dettagli che Barbieri ha fornito nelle confessioni rese prima davanti al gip e poi in questura: 20 mila euro più un’auto usata avrebbe dovuto essere il suo compenso per fare fuori Ilenia. Duemila invece - secondo Nanni - e solo per spaventare la ex senza torcerle un capello. Ecco: la corte d’assise ripartirà da qui.