FILIPPO DONATI
Cronaca

De Pascale e un territorio a pezzi": "Delocalizzare sarà inevitabile"

Il presidente della Provincia: "Ai cittadini dobbiamo spiegare che la sicurezza al 100% non esiste più"

De Pascale e un territorio a pezzi": "Delocalizzare sarà inevitabile"

Il presidente della Provincia: "Ai cittadini dobbiamo spiegare che la sicurezza al 100% non esiste più"

Michele de Pascale presidente della Provincia di Ravenna, sull’Appennino la terza alluvione ha lasciato un panorama di devastazione: i progetti redatti mesa fa sono ancora validi?

"Sì, voglio rassicurare tutti. Stiamo assegnando le gare per i due interventi più corposi, quello sul sistema di frane che hanno investito la provinciale brisighellese all’altezza di San Cassiano, e quello per la provinciale Valletta, da Fognano a Zattaglia. I fondi sono arrivati a fine anno, la Provincia ha fatto rilievi geologici molto complessi, studiato soluzioni avveniristiche. A lungo abbiamo temuto di non poter ricostruire la Valletta dov’era prima, invece sarà così, o meglio, la strada sarà sostituita da un viadotto autoportante ancorato alla roccia. Capite che un progetto simile non si redige in pochi giorni, si tratta di interventi complessi per i quali abbiamo dovuto seguire gli iter consueti, noi non abbiamo avuto nessun ‘modello Genova’ dalla nostra. Per questo le strumentalizzazioni della destra sono insopportabili".

Si dice che in Provincia vi tremassero le mani quando firmaste, l’anno scorso, per riaprire la Brisighellese. E’ così?

"Quella in collina è una viabilità di rischio: ringrazio tutti coloro che si sono assunti responsabilità di quel tipo. Le operazioni a San Cassiano serviranno per fissare la strada alla montagna, in modo che non sia solo poggiata su uno strato di terra: anche quello è un intervento non indifferente, lo ripeto a chi ci ha chiesto conto del tempo impiegato a redigerlo".

A Traversara, a Riolo sempre più persone chiedono di essere delocalizzate, o di ricostruite le loro case solo quando avranno la certezza che saranno sicure: quali risposte?

"In alcuni casi le delocalizzazioni saranno necessarie, in altri dobbiamo avere il coraggio di offrire alle persone quest’opportunità: chi sceglie di delocalizzare deve avere la Repubblica al suo fianco, nell’individuazione di una nuova casa o in forma di contributi per acquistarne una: bozze per interventi di questo tipo sono già sui tavoli dei commissari. Ai cittadini dobbiamo spiegare che la sicurezza al 100% non esiste più, un evento eccezionale può sempre verificarsi. Ma dobbiamo guardare in faccia la realtà: con la paura costante di un’alluvione non si vive. Creiamo quelle aree allagabili in cui i romagnoli sappiano che lì il fiume può trovare sfogo in sicurezza. La decisione che prendemmo un anno fa a Ravenna deve diventare la norma".

Già in estate lei chiese per la Bassa politiche di sostegno analoghe alla montagna. Come le quantificherebbe?

"Attenzione: feci quell’intervento con riferimento ai comuni della pianura ferrarese. La Bassa Romagna non è un’area depressa, è un territorio dinamico, con molte imprese importanti. Detto questo, se i Comuni chiedono servizi in più, siamo qui per ascoltarli".

La presidente Priolo redigerà a breve l’elenco degli interventi più urgenti, bacino per bacino, da inserire nella finanziaria. Forse toccherà a lei chiedere al governo di metterli a budget: è ottimista?

"Di più: ho la certezza che il governo lo farà".

Le alluvioni hanno dato una prima indicazioni di cosa significa un livello del mare più alto: è un rischio non contenibile?

"La rete dei consorzi di bonifica può essere potenziata. Ma prima ancora dobbiamo intervenire sulle cause che fanno alzare il livello del mare".

Il Pd regionale ha sempre avuto un piglio industrialista: nella sua prossima eventuale giunta regionale dovrebbero esserci un assessore dei Verdi e uno del Movimento 5 Stelle. Cambieranno molti equilibri, in particolare sul fronte del consumo di suolo?

"Già ora a Ravenna il Pd e i 5 Stelle governano assieme; una giunta regionale con assessori pentastellati e di Alleanza Verdi Sinistra sarà ambiziosa nella difesa del territorio, nello stop al consumo di suolo, in difesa della qualità dell’aria".

La legge del 2017 ha tutt’altro che fermato le cementificazioni: ne servirà una nuova?

"Quella legge conteneva salvacondotti per le pianificazioni già avviate: ha accelerato un 50% di quei progetti e ne ha bloccato l’altro 50%. Quella fase ora è finita, ma delle correzioni andranno comunque fatte".