Le porte da calcio in piazza Giani saranno rimosse dal Comune di Faenza. Come avevamo scritto sul Resto del Carlino di sabato, alcuni residenti si erano infatti rivolti a un avvocato per fare valere le proprie ragioni. In particolare, come precisa l’avvocato Massimo Solaroli – che li tutela – "ormai da tempo, come del resto già segnalato alle forze dell’ordine e al sindaco di Faenza, si verificano intrusioni nelle proprietà dei miei clienti che vivono nelle abitazioni confinanti con il parco pubblico ‘Piazza Giani’". Le intrusioni, volte a recuperare il pallone "da parte di ragazzi di tutte le età, anche maggiorenni, hanno causato nel tempo e in modo continuativo danneggiamenti all’interno delle proprietà: rottura di lampioni, di sedie e tavoli per esterno, e, di recente, della canalina dell’impianto di condizionamento dell’aria e della grondaia". Questo a "ogni ora del giorno e della notte nei mesi estivi" con relativi "rumori e schiamazzi che disturbano il riposo".
I danneggiamenti sono stati "sempre più consistenti e caratterizzati da una maggiore violenza verbale", con frasi "volgari e ultimamente anche minacciose". Da qui il ricorso a un legale da parte dei residenti, con prospettiva di querela anche perchè nel parco pubblico, nonostante le porte non regolamentari "il gioco col pallone è vietato dal regolamento stesso dell’area verde". L’avvocato quindi si chiede quale potrebbe essere l’epilogo, diverso dalla rimozione delle porte, di una situazione come questa. "Forse la situazione poteva essere gestita diversamente con presidi e interventi più frequenti delle forze dell’ordine, più volte interpellate. Non si tratta di un semplice pallone che arriva nel giardino del vicino, ma di violazioni di domicilio continuate, danneggiamenti, disturbo del riposo, violenza e minaccia". Condotte quindi penalmente rilevanti. "I miei clienti non sono persone faziose – rileva il legale –, semplicemente come cittadini non sono stati ascoltati da nessuno. E hanno vissuto un’escalation continua di comportamenti non consoni. Infine negli ultimi giorni hanno anche ricevuto delle telefonate da un referente del quartiere con l’obiettivo di convincerli a rivedere le loro posizioni". La proposta del Comune di installare una rete, secondo i residenti in questione "non sarebbe stata risolutiva – conclude l’avvocato Solaroli – proprio perché la presenza delle porte, non regolamentari, costituisce un utilizzo improprio dell’area verde".
Damiano Ventura