ALESSANDRO CICOGNANI
Cronaca

Modella curvy a Milano, la storia e le foto di Daniela Mazzolini

La sua idea: "Ogni donna deve amarsi per ciò che è" FOTO Oltre la bellezza

Daniela Mazzolini

Ravenna, 13 marzo 2016 - Che cos è la bellezza? Una domanda dalle mille sfaccettature, alla quale negli anni fior fiore di letterati hanno dato le proprio personalissime risposte. Ma se il concetto di bellezza viene affiancato a quello del corpo, allora il quesito assume una connotazione ancora più complessa.

Il sapersi apprezzare è un’arte che non a tutti riesci facilmente, specialmente in un contesto universale dove i canoni estetici sono alquanto rigidi. E proprio con l’intento di insegnare a uomini e donne ad ammirare e sostenere la propria fisicità per quello che è ha preso origine il novo progetto della fotografa tedesca Silvana Denker, dal nome ‘Bodylove’. In giro per il mondo la Denker ha fotografato ragazze e ragazzi in intimo mostrando, senza il bisogno di camuffarsi, la bellezza del corpo in quanto tale.

E ieri Bodylove ha fatto la sua prima tappa italiana a Milano. Ma tra gli otto partecipanti c’era anche un pezzettino di Ravenna. Si chiama Daniela Mazzolini (foto), modella curvy per conto dell’agenzia Beautyfull Models e interprete fieristica.

Daniela, come è venuta a conoscenza di Bodylove?

«Grazie alla curvy blogger Giorgia Marino e alla sua pagina ‘Morbida, La vita’ in cui su Facebook incitava le sue followers a candidarsi».

Posare per la bellezza del proprio corpo in quanto tale è un concetto di grande impatto sociale. Con che spirito ha deciso di aderire al progetto?

«Un po’ per caso e un po’ per rivalsa personale».

Per rivalsa?

«Il caso ha voluto che il giorno prima che io vedessi il post di Giorgia Marino fossi andata a lavorare come interprete in un evento e fossi stata mandata a casa perché non ero ‘sufficientemente’ magra. Questa cosa mi deluse moltissimo perché le mie caratteristiche fisiche non possono e non devono offuscare le mie doti lavorative. Il fatto che io sia una fierissima taglia 46 non aveva nulla a che vedere con le mie doti di interprete. Quindi ho deciso di partecipare al progetto per dare voce a tutte quelle persone che, come me, si sono sentite discriminate a causa della propria taglia».

‘‘La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza’‘ scriveva il premio Nobel Albert Camus. E’ questo che volete portare avanti: una rivoluzione intellettuale?

«Sì, il progetto vuole aiutare a far si che l’umanità cambi il suo modo di vedere il corpo umano, perché non esistono standard universali di bellezza e spesso dietro ad un peso eccessivo o ad una magrezza esagerata vi è una storia complicata. Il progetto vuole urlare al mondo che bisogna accettare il corpo che Dio ci ha dato, ovviamente entro i limiti della salute».

Dove avete posato a Milano?

«Davanti all’Arco della Pace».

Ha coinvolto anche delle sue amiche?

«Ho coinvolto la mia migliore amica nonché bravissima make up artist Francesca Fattori di Cesenatico. Ci ha aiutato nel prepararci per gli scatti».

Da circa un anno ha trovato una nuova casa a Milano. Per quale motivo si è trasferita?

«Ad aprile dell’anno scorso per lavorare in Expo al Padiglione Monaco. Da quando seppi della fiera nel 2008 ci volevo lavorare e così è stato».

Ora che Expo è finito che cosa fa nel capoluogo lombardo?

«Lavoro come modella curvy e come interprete fieristica (principalmente per il cinese ma parlo anche inglese, francese, spagnolo e un po’ di ungherese) e seguo un corso di cinese avanzato all’istituto Confucio dell’università Cattolica per ottenere la certificazione mondiale di livello più elevato».

Una vera e proprio passione per l’oriente insomma.

«Mi sono laureata nel 2012 in Lingue, mercati e culture dell’Asia a Bologna. Poi mi sono trasferita a Shanghai per migliorare il mio cinese e per entrare a contatto con la cultura che per tanto avevo sempre sognato di conoscere. Ho lavorato un anno e mezzo nel settore commerciale-moda, per poi rientrare in Italia nel dicembre 2013».

Cosa la affascina della cultura asiatica?

«Il mio amore per la Cina è nato tanti anni fa grazie al cartone Disney ‘Mulan’, e da lì non è mai cessato. La definisco sempre una sorta di vocazione venuta dall’alto».

Cosa vorrebbe fare in futuro?

«Dopo aver ottenuto la certificazione, come obiettivo ho quello di lavorare in una realtà dinamica a stretto contatto con la Cina, ma rimanendo in Europa. Se Milano non me ne darà l’occasione mi trasferirò a Londra dove mia sorella vive da tre anni. Preferisco inseguire la mia felicità».

Per un giovane ci sono possibilità in Italia?

«Penso che l’Italia abbia ancora qualcosa da offrire ai giovani, ma credo anche che a tanti giovani d’oggi manchi la voglia di fare».

E per lei?

«Punto all’Italy-China career day che si terrà a Milano il 28 Aprile per farmi conoscere da aziende italiane che operano in Cina nel campo della moda, sperando che le mie doti e sacrifici vengano riconosciuti. Altrimenti considererò seriamente il trasferimento a Londra».

Lavorando anche nel mondo della moda sarà a contatto con ragazze e ragazzi presi dall’ossessione per la linea. Quanto è marcato questo problema?

«Sono cresciuta nel mondo della moda. Mia madre faceva la modella e mia sorella è tutt’ora una modella regolare. Io sono felice che in Italia, anche se in ritardo, le aziende di moda abbiano capito che la maggioranza delle donne che acquistano vestiti portano una taglia dalla 44 in su e che quindi si servano di modelle, come me, curvy, per sponsorizzare i loro capi. L’ossessione del peso può esserci in entrambi i mondi, dai racconti di mia sorella so che a tante ragazze per arrivare ad alti livelli nel mondo della moda viene chiesto da agenzie di passare da una taglia 40 ad una 36, esattamente come a me può essere stato chiesto di non dimagrire e di rimanere una 46 o al massimo di ingrassare. Il tutto sta nella consapevolezza della persona e nella stima che ha di sé, penso che ogni donna debba essere in salute e si debba amare per ciò che è senza scendere a compromessi».

Gli studi dicono che l’ossessione per la linea, specialmente nelle bambine, inizia a sentirsi già a 10-11 anni. Quante responsabilità hanno nell’inculcare modelli sbagliati la moda e la televisione?

«Tantissima responsabilità e sono felice che i media stessi abbiano iniziato a rendersene conto come la Mattel abbia introdotto nuovi tipi di Barbie che rispecchiano maggiormente le caratteristiche fisiche delle donne reali come lentiggini, occhi a mandorla, colori di pelle diversi, altezze e taglie differenti. Penso che sia un gran passo avanti verso l’accettazione della diversità».

Crede che il progetto Bodylove potrebbe far tappa anche a Ravenna?

«Bodylove ieri è arrivato per la prima volta in Italia. Ha scelto come tappe Milano e Roma perché sono centri più grandi, ma sono certa che se riscuoterà successo nella penisola non è da escludere che tocchi altre città italiane».