Dal prefetto la medaglia d’onore per Luigi Coppetta Calzavara

Il prefetto De Rosa consegna medaglia d'onore a deportato Luigi Coppetta Calzavara. Storia di prigionia e lavoro coatto in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.

Dal prefetto la medaglia d’onore  per Luigi Coppetta Calzavara

La cerimonia con il figlio di Luigi Coppetta Calzavara

Nella sala del Consiglio comunale di Bagnacavallo il prefetto Castrese De Rosa, insieme all’amministrazione comunale, ha consegnato lunedì 21 ottobre la medaglia d’onore per Luigi Coppetta Calzavara, deportato in Germania dal 1943 al 1945. Ha ritirato l’onorificenza il figlio Giorgio, che era accompagnato dalla moglie Iva Mazzotti. Erano presenti anche esponenti dell’associazione Wartime Friends. Luigi Coppetta Calzavara, nato a Pianiga in provincia di Venezia il 16 marzo 1924, militare in Friuli, fu catturato dai tedeschi l’8 settembre 1943 e portato prigioniero in Germania. Dopo circa tre mesi fu dichiarato ufficialmente Imi, cioè Internato militare italiano. Dopo aver transitato nei campi di Buchenwald e Berlino fu poi trasferito a lavorare nelle industrie siderurgiche di Siegen-Weidenau, in particolare in una fonderia. Come risulta dalla sua carta di lavoro, la data di inizio del lavoro forzato in questo luogo è il primo settembre 1944 con la mansione di saldatore elettrico. Il campo di Siegen fu liberato il 3 aprile 1945 ma Coppetta Calzavara, dopo quasi due anni di prigionia, tornò a casa a giugno, passò il resto della vita nel suo paese natale con la sua famiglia facendo l’ agricoltore. Pur avendo conservato i documenti della deportazione, non aveva mai raccontato la sua difficile esperienza in famiglia; soltanto nel 2010 ha raccontato tutto ai ragazzi della scuola media del paese che svolgevano un’attività in occasione della giornata della memoria. Luigi Coppetta Calzavara è morto nell’aprile del 2020. La Medaglia d’onore è un riconoscimento che va ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.