REDAZIONE RAVENNA

Cucinasorriso, un anno di solidarietà

Un modello regionale: 90 pasti al giorno per cittadini fragili, 80 volontari coinvolti. La coop San Vitale: "Cervia città inclusiva"

Cucinasorriso

Cucinasorriso

Un anno di Cucinasorriso, che rientra in Cervia Social Food - il grande progetto di solidarietà che sta coinvolgendo tutta la comunità. Nel momento delle difficoltà non è mai mancato l’appoggio di cittadini, turisti e imprese e, soprattutto, l’indispensabile contributo dei volontari che si mettono a disposizione per chi ha bisogno. Un grande lavoro di squadra ormai diventato un modello per l’intera regione. Romina Maresi, presidente Coop San Vitale, e Daniela Poggiali, volontaria del progetto, raccontano con parole e numeri questo primo anno della cucina popolare Cucinasorriso.

Quasi un anno dalla nascita della cucina popolare qual è il primo bilancio?

"Festeggeremo il primo compleanno di Cucinasorriso il prossimo 16 gennaio, data dell’inaugurazione ufficiale. In questi dieci mesi è stato bello vedere come tante parti della comunità cervese si sono attivate, facendo cose, producendo pensieri e guardando con curiosità qualcosa che all’inizio era poco comprensibile per tanti. Il primo sguardo va sicuramente alle persone fragili che ci hanno accompagnato in questo periodo, contente di condividere spazi belli e buon cibo; ai volontari, che permettono ogni giorno, anche festivi, di aprire la cucina e gestire il pranzo; ai cuochi e ai ristoratori, che ci offrono la propria collaborazione e ai cittadini che vogliono sedersi accanto a chi può trovarsi in un momento di difficoltà".

Vi aspettavate un riscontro così positivo anche da parte dei cittadini che vengono a pranzo o a cena?

"Si, ci aspettavamo una bella risposta dalla comunità cervese, che è libera, aperta, democratica e curiosa, ma non in questi tempi. L’inclusione di tutti e’ infatti avvenuta in modo immediato, creando sorpresa in noi e negli altri ospiti e aiutandoci, fin da subito, a pensare e a progettare servizi ed eventi di qualità, capaci essi stessi di creare inclusione".

Qual è stato il momento più significativo di questi mesi?

"Di certo accompagnare a Roma i ragazzi del centro sociooccupazionale Ikebana nell’ufficio del Ministro Alessandra Locatelli, dopo la sua visita alla cucina popolare. Sentire la loro trepidazione nel rappresentare il progetto e vedere nei loro occhi la gioia di consegnare, come dono, una seggiola da loro decorata, ha dato a tutti il senso più generale del progetto".

Quali sono i numeri della cucina?

"I numeri della cucina sono questi: 90-100 cittadini fragili presenti ogni giorno a pranzo; 10-20 cittadini paganti ogni giorno; 60-70 cittadini con pasto serale in asporto; 70 ristoratori o gruppi di cuochi attivi in cucina; 80 volontari; 60 donatori permanenti di eccedenza alimentari; 10 raccoglitori di briciole per il recupero quotidiano di eccedenze alimentari; 12 ragazzi disabili coinvolti nel servizio con i loro educatori; 250 cittadini donatori singoli. Davvero una grande comunità!"

Cervia social food è anche tanto altro: qual è il prossimo obiettivo?

"Il prossimo obiettivo è quello di rendere stabile il progetto, rendendolo sostenibile per l’impegno dei volontari e per il fabbisogno economico e facendone sempre più un bene comune, in cui tutti possano trovare uno spazio dove stare bene ed incontrare creatività e bellezza, quali occasioni di benessere. Una piccola e grande cosa dei prossimi mesi sarà il murales, che a breve realizzeremo, nel cortile posteriore di via Levico, in collaborazione con il Liceo artistico di Ravenna e l’Associazione Amici di Enzo".

Ilaria Bedeschi