REDAZIONE RAVENNA

Cuccioli morti dopo la vendita. Due allevatori a processo

Cuccioli morti dopo la vendita. Due allevatori a processo

Quei cuccioli erano stati venduti a un’età di soli 45-50 giorni, senza microchip e affetti da un determinato virus in quanto non adeguatamente trattati. Tanto che due su tre erano morti e l’ultimo era stato sottoposto dal veterinario ad alimentazione forzata. Un quadro, quello delineato dalla procura, costato il processo per maltrattamento di animali ai due allevatori, entrambi difesi dall’avvocato Greta Monti.

Nel dibattimento, apertosi ieri mattina davanti al giudice Roberta Bailetti, sono stati sentiti sia un maresciallo che aveva partecipato alle indagini che le due acquirenti che avevano comperato quei cuccioli a Filetto dopo averli visti su un annuncio on line. E la vicenda si era innescata proprio da loro due il 9 ottobre del 2020. In particolare erano intenzionate ad acquistare un solo cucciolo: ma quando il venditore si era presentato con quattro cuccioli in braccio, avevano deciso la prima di sceglierne due per 300 euro e l’altra di prenderne uno per 200 euro. Tutti dovevano essere ancora microichippati e vaccinati. L’ultimo aveva da subito manifestato sintomi di diarrea: era stata contattata una veterinaria che aveva consigliato di usare fermenti lattici. Ma dato che la situazione era peggiorata con il vomito, la veterinaria aveva fissato un appuntamento in ambulatorio. E qui era emerso che il cane, un meticcio, era positivo per "uova di coccidi", parassiti dell’intestino. Uguale a conseguente terapia. Ma il cane, troppo piccolo e fortemente disidratato, era deceduto il 17 ottobre.

Non era andata molto meglio ai due fratellini acquistati dall’altra donna: il 22 ottobre uno era morto mentre per l’altro - affetto sempre da parvovirus (un virus intestinale), il veterinario aveva dovuto fare ricorso a una alimentazione forzata. Da ultimo, attraverso un album fotografico, le due donne erano riuscite a indicare chi aveva venduto loro quei cuccioli.