Ravenna, 25 marzo 2023 – In tutto una dozzina di volantini vergati a mano e appiccicati di gran lena con colla e scotch sui muri del centro. Era il 24 febbraio scorso. E non un giorno qualsiasi: ma esattamente il giorno nel quale la Cassazione avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di revoca del carcere duro, il 41bis, per il noto anarchico Alfredo Cospito. I giudici alla fine avevano detto no, alimentando la virulenza delle proteste anarchiche. E si torna qui a quei volantini appiccicati per le strade di una Ravenna ancora sonnolenta e altrettanto gonfi di virulenza.
Quattro per ora sono le persone indagate a piede libero, tre di Ravenna e una di Bagnacavallo, nell’ambito del fascicolo aperto dal pm Marilù Gattelli per minaccia a un corpo politico e imbrattamenti aggravati in concorso. Si tratta di tre donne e di un uomo di età comprese tra i 32 e i 63 anni, perlopiù difesi dall’avvocato Andrea Maestri.
E proprio per fare luce sulle possibili responsabilità, nelle scorse ore la polizia, su delega della procura, ha compiuto altrettante perquisizioni in cerca di elementi di interesse probatorio. In quanto ai volantini, quelli erano già finiti tutti sottochiave: tempestivamente sequestrati, come di prassi accade in questi casi, dalla Digos.
E già dalla loro lettura, gli inquirenti hanno ricavato molto. A partire dai simboli e dalle firme utilizzate: ad accompagnare le notorie ‘A’ cerchiata, falce e martello e pure una timida stella a cinque punte (ma speriamo solo decorativa), questa volta compariva l’inedita scritta ‘La Comune’. Chi sono? Secondo le verifiche, si tratterebbe di un gruppo animato – per loro stessa definizione - da propositi anarco-comunisti, antifascisti, anticapitalisti e contro ogni discriminazione di genere. I quattro indagati farebbero cioè parte di tale gruppo: tanto più che in quella stessa giornata, l’azione era stata rivendicata tramite profili social legati a La Comune.
L’elemento carismatico sarebbe una donna ora tra gli indagati ma già ampiamente nota per grane giudiziarie maturate durante le contromanifestazioni davanti al cimitero in occasione delle celebrazioni degli anniversari per la morte di Ettore Muti. È evidente che a lei, così come agli altri tre, gli investigatori sono giunti anche grazie all’esame delle immagini della fitta rete di videosorveglianza comunale. Dopotutto stiamo parlando del centro storico: via Cavour, via Salara, via Corrado Ricci, via Ponte Marino. Ma anche via Mazzini, piazza Einaudi e via Antica Zecca. E poi in zona stazione tra viale Farini e via Carducci. In quelle stesse ore ignote mani avevano imbrattato la tensostruttura del centro sportivo Mattei con la scritta "Fuori Cospito dal 41bis".
Certo, il tema è identico ma la tecnica no. Non è detto che ci possano insomma essere le stesse mani dietro. Anzi, il linguaggio della scritta al Mattei appare molto più moderato di quello proposto su alcuni dei volantini. Uno in particolare: "Si Alfredo muere todos los jueces son un objetivo", se Alfredo muore tutti i giudici sono un bersaglio. Altre scritte appaiono più che altro livorose: "Se il Pd è (bestemmia, ndr) la tessera la faccio pure io, vergogna sinistroide". Un livore in fondo ecumenico, per tutti: "Assassini, terroristi siete voi, amministratori e padroni, magistrati, Ros, Digos e sbirri di ogni tipo, giornalisti e opinionisti vari (…)".