Sono stati mezzo migliaio, per l’esattezza 508, gli animali cui, dal primo gennaio 2022 a oggi, i volontari della Piccola Oasi ‘Lilli e i vagabondi’ hanno trovato una nuova casa, salvandoli dall’abbandono. L’attività ha avuto origine ormai vari anni fa, quando l’associazione subentrò alla gestione del parco Bucci e del parco della Rocca: "Le due aree verdi godevano di una sinistra fama, anche fuori dall’Emilia Romagna – spiega il veterinario Fabio Dall’Osso –, quali luoghi in cui era ritenuto possibile ‘depositare’ un animale che non si desiderava più". Gli abbandoni – perché di questo si trattava – avevano luogo al ritmo di centinaia all’anno: per questo la Piccola Oasi decise di mettere in piede un servizio di consegna e affido degli animali, che da allora ha ricevuto richieste, non sorprendentemente, da tutta la regione e anche da oltre i suoi confini.
L’elenco delle specie che in questi anni sono state consegnate alla Piccola Oasi è una sorta di Arca di Noè: oltre ai più comuni polli e conigli, sono stati consegnati parrocchetti, colombi, fagiani, kakariki (un pappagallo originario della Nuova Zelanda), oche, inseparabili, pavoni, quaglie, tacchini, anatre, testuggini (italiane ma più spesso di specie esotiche), pesci pulitori, carassi, carpe koi, pesci gatto, per arrivare a cavie, gatti, cani, e addirittura quattro capre di razza tibetana. Le tipologie di animali che vengono salvate dagli abbandoni sono essenzialmente tre: quelli domestici, quelli selvatici appartenenti alla fauna italiana, e quelli selvatici della fauna esotica. "Quando ad esserci consegnati sono stati esemplari della fauna italiana abbiamo anche potuto effettuare quelli che sono dei ‘parziali’ ritorni in natura: alla sede della Piccola Oasi, a sua volta parte di un paesaggio protetto, sono state reintrodotte delle testuggini di Hermann, specie che da quelle parti era sempre stata presente con alcuni esemplari".
Le cose si complicano quando ci si trova invece davanti a esemplari della fauna esotica: "Per quegli animali, non essendo possibile un ritorno in natura, i centri di recupero sono la principale destinazione possibile. Ci appoggiamo soprattutto a realtà dell’Emilia Romagna, ma anche a centri specialistici con sede a Pavia, o a Treviso". Oltre che ai centri di recupero gli animali vengono talvolta affidati a privati cittadini, a giardini zoologici e fattorie didattiche, ma non solo: "Pure in Italia si stanno diffondendo i rifugi – detti anche ‘santuari’ – in cui trovano ospitalità quegli animali che altrimenti sarebbero destinati alla macellazione". Nonostante l’impegno dei volontari, gli abbandoni ai parchi Bucci e della Rocca sono ancora piuttosto frequenti, nell’ordine delle varie decine all’anno. "A tutti ripetiamo che la consegna di un animale non comporta alcun costo per il cittadino, e che può anche avvenire anonimamente – conclude Dall’Osso –. Ci occupiamo noi di regolarizzare i documenti, e spesso pure del trasporto verso un centro di recupero. Abbandonando un animale si commette un reato, e si mette a repentaglio la sua sopravvivenza: non esiste davvero alcun motivo per farlo".
Filippo Donati