REDAZIONE RAVENNA

Coronavirus Ravenna 22 marzo, i positivi sono 309. 3 nuovi decessi

E la Wasp di Massa Lombarda si organizza: mascherine e casco 3D per proteggersi dal Covid-19

Maschera 'My Face Mask'

Ravenna, 22 marzo 2020 – L’emergenza sanitaria da Covid-19 resta drammatica anche in provincia di Ravenna dove, però i nuovi casi di oggi – domenica 22 marzo – si fermano a 22, dopo il pauroso crescendo di ieri con 74 positività. Guardando i dati nel complesso, le persone infettate salgono a da 287 a 309. Per il secondo giorno consecutivo, in netta controtendenza rispetto a tutti i giorni precedenti, le donne sono più degli uomini: 13 contro 9.

Quattro pazienti sono in isolamento domiciliare poiché privi di sintomi o con sintomi leggeri, 15 sono ricoverati non in terapia intensiva, mentre per gli altri 4 si sta valutando l'eventuale ricovero. In massima parte si tratta di pazienti con contatti stretti già in isolamento e sorveglianza che hanno presentato sintomi nei 14 giorno di sorveglianza attiva. Da segnalare, purtroppo, tre decessi tra venerdì, sabato e domenica: due pazienti di sesso femminile di 85 e 87 anni e un paziente di sesso maschile di 59 anni; tutti e tre risultavano portatori di altre patologie. Ma, e questo è invece un dato positivo, si registrano anche 3 ulteriori guarigioni cliniche: 2 pazienti di sesso femminile e un uomo.

E ora, ecco il quadro della distribuzione dei casi in provincia, tenendo conto che 14 sono relativi a residenti al di fuori della provincia: 135 Ravenna, 44 Faenza, 27 Cervia, 25 Lugo, 7 Russi, 9 Alfonsine, 7 Bagnacavallo, 11 Castelbolognese, 7 Conselice, 4 Massa Lombarda, 2 Sant’Agata Santerno, 8 Cotignola, 2 Riolo Terme, 2 Fusignano, 3 Solarolo, 1 Brisighella, 1 Casola Valsenio.

“Scostamenti in alto come quello di ieri - dichiara Michele de Pascale sindaco di Ravenna e presidente della Provincia - o in basso come quello di oggi non devono deprimere o entusiasmare perché sono anche frutto di dinamiche organizzative legate allo straordinario lavoro di indagine epidemiologica che sta svolgendo il Dipartimento di Salute Pubblica di Ravenna dell'Ausl della Romagna. Il dato più importante, che ci deve dare fiducia, è il ristretto numero, per ora, di casi di cui non si conosce la ragione del contagio, rispetto invece alla stragrande maggioranza per i quali è noti o altamente probabile. Dobbiamo semplicemente perseverare nelle misure di contenimento, potenziare i servizi sanitari ed essere solidali con quanti stanno continuando a lavorare, con grande sacrificio personale e nell'interesse di tutti”.

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Nel frattempo, molte aziende hanno deciso di orientare le proprie risorse ed energie creative verso l’emergenza Covid-19. Ne è un esempio Wasp, azienda di Massa Lombarda leader nel settore della stampa in 3D, che ha ideato in tempi da record alcuni utili strumenti open source per la salute dei lavoratori stampati in 3D. Si tratta di una mascherina con filtro intercambiabile ‘My Face Mask’, interamente su misura per ogni lavoratore in quanto frutto della scansione 3D del volto. Il materiale utilizzato è Pcl (policaprolactone), un biomateriale che può rimanere a contatto con la pelle. Le mascherine sono state stampate con Delta Wasp 4070.

“Dopo aver disegnato un modello base che segue i lineamenti come una seconda pelle – rende noto Wasp -, il nostro obiettivo era rendere la mascherina perfettamente ergonomica, risultato che abbiamo ottenuto con Blender. La mascherina può essere disinfettata e utilizzata più volte, mentre nella parte centrale va inserito un filtro intercambiabile. Occorrono circa quattro ore di stampa per realizzare una mascherina aderente al volto, evitando così le irritazioni e i disturbi causati dal lungo utilizzo. Wasp rilascia il progetto in open source. Sul nostro sito sono disponibili le istruzioni e i file.stl per il download. Abbiamo scelto di pubblicare la fotogrammetria come metodo di scansione poiché è il più semplice e può essere eseguito con un cellulare. Eventualmente può essere utilizzato anche uno scanner manuale”.

Wasp ha poi ideato un casco di protezione da microgocce con ventilazione e filtro integrato ‘My Space’. “Potersi avvicinare senza il timore di essere contagiati – spiega Wasp – è uno dei bisogni più impellenti in questo periodo. Il casco è realizzato in materiale plastico leggero e trasparente, è facile da indossare e crea uno spazio personale protetto. Naso, bocca, occhi, orecchie, tutto è racchiuso in un involucro pressurizzato e all’interno si prova una sensazione di protezione, senza la limitazione della capacità respiratoria provocata dalle mascherine. L’aria fresca e pulita viene dall’alto, mentre in corrispondenza delle orecchie piccoli fori consentono l’ingresso del suono. I fori sono protetti da un flusso d’aria in uscita e volendo possono essere chiusi. Una batteria alimenta la ventola per diverse ore. Attualmente i primi cinque caschi sono pronti. Si tratta di dispositivi non certificati che Wasp testerà internamente per valutarne pregi e difetti e darli successivamente in prova a chi opera in prima linea. Anche in questo caso le istruzioni per la produzione in serie saranno a disposizione sul nostro sito”.

Sono bastati tre giorni di lavoro per passare dall’idea alla produzione delle mascherine e dei caschi per uso interno. La ricerca prosegue e Wasp si mette al servizio di centri di ricerca, università, enti pubblici e privati, per condividere sapere ed esperienza.