È in programma oggi dalle 9.30 la riunione regionale dei 5 Stelle in Emilia Romagna: al congresso, interno al movimento, è previsto anche l’intervento del presidente Giuseppe Conte. Oltre all’ex premier saranno presenti al Pala Cattani anche volti di punta del movimento quali il responsabile delle piattaforme informatiche, Vito Crimi, e la vicepresidente vicaria, Paola Taverna. La kermesse sarà l’occasione per i 5 Stelle per fare il punto sull’organizzazione interna, in particolare per quanto riguarda le figure dei coordinatori provinciali e regionali, che insieme alla piattaforma attiva a livello nazionale compongono la nuova strutturale piramidale del movimento, nella cui edificazione i gruppi emiliano-romagnoli sono quelli in fase più avanzata – e sugli appuntamenti elettorali che prendono corpo all’orizzonte, in particolare le elezioni europee in programma a giugno, l’unica consultazione elettorale a livello nazionale in cui si vota con il proporzionale puro e il meccanismo delle preferenze, che devono osservare la parità di genere.
La giornata sarà organizzata attraverso alcuni panel tematici rivolti all’organizzazione interna del movimento: non mancherà comunque un affaccio sull’attualità, in particolare, sul tema dell’alluvione e sulla complicata ricostruzione. La scelta di Faenza come sede del congresso è nata anche in virtù del suo status di città più colpita dall’alluvione, oltre che per la presenza qui di un gruppo locale pentastellato attivo da molti anni e nel 2020 entrato a far parte della giunta. Il movimento 5 Stelle, che nel 2019 alle europee conquistò il 17% dei voti e quattordici eurodeputati, secondo i sondaggi potrebbe confermare entrambi i risultati. A quel punto si aprirà il quesito del gruppo europeo cui iscriversi: nonostante gli intensi colloqui con i Verdi il nodo non è ancora stato sciolto. All’assemblea di oggi non dovrebbe essere all’ordine del giorno il tema delle alleanze, considerando che le regionali sono nel 2025. Sul tema il movimento è piuttosto fermo sulle sue posizioni, quelle cioè che coincidono con quanto definiscono "campo giusto", grossomodo traducibile in un’alleanza che comprende il Pd e le liste alla sua sinistra, con qualche dubbio in più circa le formazioni centriste. Da chiarire anche il meccanismo di elaborazione delle candidature per le europee: nel 2019 il movimento optò per un sistema ibrido, con capilista scelti dal direttivo e candidati selezionati dal basso.
Filippo Donati