Disperazione, rabbia e amarezza, ma nello stesso tempo voglia di ripartire, nella speranza di vedersi riconoscere in tempi brevi i risarcimenti per i danni. E’ il denominatore, purtroppo comune, di tante storie legate ai devastanti effetti dell’alluvione. Tra le innumerevoli testimonianze abbiamo raccolto quella di Claudio Minghini, imprenditore agricolo di 45 anni che risiede a Massa Lombarda e che lavora con il padre Paolo. Quest’ultimo risiede a Conselice ed è titolare dell’azienda agricola ‘Minghini Paolo’ in via Gardizza, una vasta area dove tra l’altro sorge l’Unigrà, nota azienda (anch’essa non risparmiata dalla furia delle acque) che opera nel settore della trasformazione e vendita di oli e grassi alimentari, margarine e semilavorati. "Uno scenario di distruzione – commenta Claudio Minghini – . Storicamente non risultano dati relativi ad allagamenti di simili proporzioni. Basti pensare che all’interno dei nostri due capannoni l’acqua aveva raggiunto i due metri di altezza. Ci siamo trovati di fronte a un ‘mare’ d’acqua che arrivava con una pressione allucinante. Uno scenario che si è protratto per ore e che, come si può ben vedere, ha arrecato danni gravissimi". Nei capannoni c’erano "trattori, carburanti e attrezzi agricoli di ogni tipo. A registrare i danni più consistenti sono stati più che altro i trattori, letteralmente sommersi da acqua e fango".Poi le colture: "Tutti i nostri 40 ettari di terreni coltivati a mais, grano, erba medica e colture da seme sono finiti sott’acqua, con il raccolto che risulta compromesso. Sabato i campi erano ancora sotto 80 cm d’acqua". I danni sono particolarmente ingenti, "dell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro. A nome di tanti altri miei colleghi, l’auspicio è che non ci si dimentichi di noi agricoltori e che in tempi rapidi arrivino gli aiuti".
Luigi Scardovi