REDAZIONE RAVENNA

Condannato lo scrittore ravennate Gianfranco Stella: “Ha diffamato il partigiano 'Bulow'”

Multa da 600 euro e provvisionale di 3mila al figlio di Boldrini, che avrebbe definito come il ‘boia di Codevigo’ per l’esecuzione di oltre 100 persone nel 1945

A sinistra lo scrittore Gianfranco Stella. A destra Carlo Boldrini, figlio di 'Bulow'

A sinistra lo scrittore Gianfranco Stella. A destra Carlo Boldrini, figlio di 'Bulow'

Ravenna, 16 aprile 2025 – Lo scrittore ravennate Gianfranco Stella, noto per varie opere in cui attribuisce crimini a partigiani comunisti, è stato condannato dal Tribunale di Ravenna per diffamazione a 600 euro di multa per avere definito via Facebook, come già in alcuni suoi libri, il comandante Arrigo 'Bulow' Boldrini, già membro della Costituente e parlamentare del Pci, "boia di Codevigo" (la Procura aveva chiesto 4 mesi).

Lo scrittore dovrà inoltre pagare una provvisionale di 3.000 euro al figlio di Bulow, Carlo Boldrini, più le spese legali. A dibattimento ci si era arrivati perché Stella si era opposto a un decreto penale di condanna.

Parte civile e richieste di risarcimento

Secondo l’avvocato Andrea Maestri di parte civile, che tutela l’erede Boldrini e aveva chiesto 10mila euro di risarcimento, da un lato Stella aveva sostenuto che il termine “boia” si riferisse a chi eseguiva materialmente le condanne a morte, dall’altro, attribuendo tale epiteto a Boldrini, lo ha indicato come responsabile delle esecuzioni sommarie avvenute a Codevigo, vicino Padova, tra il 28 aprile e metà giugno 1945, in cui furono uccise 136 persone, tra civili ed ex membri della Guardia Nazionale Repubblicana.

Boldrini, figura di spicco della Resistenza, fu in seguito legislatore e membro dell’Assemblea Costituente. "Mai – ha detto Maestri – il presidente della Repubblica Scalfaro lo avrebbe fatto Cavaliere di Gran Croce se non avesse avuto un curriculum specchiato". L’avvocato Maestri aveva inoltre evidenziato come Stella fosse stato già smentito da storici autorevoli, tra cui Alessandro Barbero, e come ci siano state condanne in sede civile a suo carico per dichiarazioni diffamatorie analoghe, senza che abbia mai versato alcun risarcimento.

La difesa

Per la difesa dello scrittore, avvocato Luca Tadolini, "Stella è perseguitato perché ha fatto studi rigorosi sui delitti partigiani". Il procedimento difetterebbe tecnicamente ("c’è un esposto, ma serviva la querela") e avrebbe violato il principio del ne bis in idem (divieto di doppio giudizio), in quanto Stella fu assolto nel 1991 dal Tribunale di Rimini e nel 2002 dalla Corte d’Appello di Bologna dopo aver definito “carnefici” gli esecutori della strage di Codevigo.