Quelle avances in un negozio di dispositivi elettronici di Milano Marittima, per l’accusa avevano oltrepassato il muro del consenso della giovane cliente – una ventenne turista bolognese - proiettandosi nella zona che i giuristi inquadrano come violenza sessuale, sebbene sotto il profilo dell’ipotesi lieve. Uno scenario che al commesso – poco più che ventenne, incensurato e difeso dall’avvocato Annalisa Porrari – era costato una richiesta di condanna pari a nove mesi di reclusione (con pena sospesa). Martedì mattina, al termine del rito abbreviato, il giudice Janos Barlotti ha tuttavia assolto il giovane imputato perché “il fatto non sussiste”, anche se sotto il profilo del cosiddetto II comma (formula usata dai giudici qualora ritengano la prova sia insufficiente o contraddittoria). Novanta i giorni entro i quali verranno depositate le motivazioni.
Sarà poi possibile conoscere il ragionamento seguito dal gup. Anche in questo caso, come in recenti vicende tuttavia di ben altra portata, il discrimine tra condanna e assoluzione potrebbe essere stato tracciato dal video che quel 7 di agosto 2021 aveva immortalato i due ragazzi. La giovane, in quei giorni ospite assieme ad alcuni amici in un hotel rivierasco, a orario di chiusura era andata in negozio a ritirare un dispositivo consegnato in precedenza per una riparazione. Il giorno dopo si era presentata ai carabinieri per denunciare attenzioni fisiche non gradite. E sulla base di quanto lamentato, la procura aveva tracciato questo quadro: il commesso l’aveva invitata pretestuosamente nel laboratorio retrostante; quindi si era avvicinato e, approfittando del fatto che lei si trovasse seduta, l’aveva accarezzata partendo dalle gambe fermandosi solo al suo primo rifiuto. Poi – sempre secondo l’accusa – lui aveva ripreso ad accarezzarla. Sulla base di questa ricostruzione, la ragazza si era costituita parte civile per chiedere ristoro dei danni patiti. E il pm d’udienza Daniele Barberini aveva chiesto la condanna del commesso.
Secondo quanto sostenuto dalla difesa in arringa, la prova di innocenza del giovane stava nel filmato captato dalla telecamera interna. Da questo – secondo il legale – emergeva una dinamica dei fatti che vedeva la ragazza “assolutamente non essere contraria” agli apprezzamenti verbali e fisici ma tuttalpiù segnata da “una certa ritrosia femminile, non un dissenso”.
Le mani dei due giovani, per l’avvocato, si incrociavano mentre lei sorrideva e nulla faceva per non farsi accarezzare. Inoltre - ancora da arringa - non era costretta contro muri né tantomeno minacciata o aggredita; mai cercava di scappare: all’uscita, lui le aveva chiesto un bacio sulla guancia e lei glielo avrebbe concesso. "Se continuiamo così, i giovani non si ameranno più", ha concluso il suo intervento in aula l’avvocato Porrari.
a.col.