Ravenna, 5 novembre 2018 – Sembra un film di fantascienza invece è realtà. Si chiama ‘videocapsula endoscopica’. È grande quanto un antibiotico ma è un concentrato di tecnologia. Basta inghiottirla e porta due telecamere micronizzate nel corpo del paziente registrando per ore ciò che ‘vede’ e inviandolo a un registratore in digitale. I dati raccolti verranno poi trasferiti a un computer e analizzati.
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La videocapsula è un esame indolore e semplice da eseguire e serve per studiare l’intestino tenue e il colon. Per chi deve sottoporsi allo screening del tumore del colon-retto, la colonscopia con videocapsula puo essere una soluzione non invasiva a confronto delle tecniche tradizionali. E Ravenna è il centro di riferimento aziendale per questo tipo di esame all’avanguardia. Lo scorso anno ne sono stati fatti circa 100.
Nel reparto di gastroenterologia lo scorso anno sono state inoltre eseguite circa 9.500 endoscopie, di cui circa 2.200 di screening; circa 7mila gastroscopie e circa 1000 endoscopie operative avanzate. I ricoveri sono stati 1.095 in particolare per emorragie digestive, malattie delle vie biliari, pancreatiti acute, cirrosi epatiche, patologie infiammatorie croniche intestinali e tumori dell’apparato gastrico.
Visite ambulatoriali: oltre 7.000 di cui 1.200 da parte dell’ambulatorio specialistico Mici e 500 per cirrosi epatica. Per quanto riguarda la dietetica sono state oltre 3.000 visite a Cup più circa 6.000 per pazienti seguiti; 1.200 i pazienti seguiti con nutrizione artificiale a domicilio o presso strutture.
Il reparto è inoltre centro regionale per l’ecografia addominale con mezzo di contrasto, e ha 14 posti letto tutti in stanze singole o massimo a 2 letti. I medici sono 17 compreso il primario. Gli infermieri: 19 in endoscopia, compresa una coordinatrice (caposala), più 18 in reparto degenza compresa una coordinatrice.
A Ravenna la Gastroenterologia collabora con il Sert, in un ambulatorio congiunto, per seguire i pazienti con cirrosi epatiche e per accompagnarli, ove si renda necessario, al trapianto. Questa collaborazione è un ‘unicum’ in Italia.