REDAZIONE RAVENNA

Cofari, la luce in fondo al tunnel. Piano di rientro, ok del commissario . Chiesti però diversi chiarimenti

Valutato positivamente il documento, ma servono specifiche entro 15 giorni, così da consentire al magistrato di prendere una decisione definitiva sul futuro della cooperativa di facchinaggio.

La sede della storica cooperativa di facchinaggio e, a destra, alcuni soci prima di un’assemblea tenutasi nei mesi scorsi

La sede della storica cooperativa di facchinaggio e, a destra, alcuni soci prima di un’assemblea tenutasi nei mesi scorsi

C’è un sostanziale passo avanti nella procedura finalizzata alla ristrutturazione del forte indebitamento della storica cooperativa di facchinaggio Co.Fa.Ri. attraverso lo strumento del concordato preventivo in continuità aziendale come richiesto a primavera. In primo luogo il commissario giudiziale della procedura Antonio Santandrea ha valutato positivamente il contenuto del piano di rientro presentato in tribunale il 4 ottobre dai legali della Co. Fa. Ri; in secondo luogo lo stesso giudice delegato Gilotta ha chiesto ai ricorrenti diversi chiarimenti su altrettanti punti del piano concordatario. Il team di professionisti dell’azienda dovrà presentare al giudice i chiarimenti richiesti entro 15 giorni. Dopo di che il magistrato avrà tutti gli elementi per decidere della sorte della Co.Fa.Ri. che comunque proprio in virtù degli atti pregressi e del piano concordatario (se omologato) vivrà solo sulla carta non avendo più attività né immobili. Va da sé che l’assenso del commissario giudiziale e la richiesta, da parte del giudice, di approfondimenti hanno indotto il team di professionisti della Co.Fa.Ri. a ben sperare per l’obiettivo finale della procedura. Il piano concordatario trova base nel valore di mercato dei beni immobili di proprietà della cooperativa, vale a dire l’edificio delle Bassette dove la società ha sede e il capannone adibito a officina.

Immobili sui quali si è da tempo puntato l’interesse di un operatore economico e proprio la concordata valutazione sul valore dell’operazione ha permesso ai professionisti di disegnare il livello di soddisfazione dei creditori, in primo luogo ovviamente i privilegiati e poi i chirografari. Il quadro che ne è uscito vede riconoscere ai soci il 100% del Tfr e dei crediti da lavoro maturati e in una percentuale di circa il 15% il credito derivato dal rapporto sociale (non viene restituita la somma capitale ma viene riconosciuto, in misura ridotta, il credito derivato dalla liquidazione del capitale sociale di Co.Fa.Ri.); viene pagata per intero l’ipoteca per 500mila euro relativa a un mutuo bancario acceso a suo tempo. Poi c’è il fronte Inps (e per connessione Inail). Come si sa, l’Inps ha notificato a suo tempo a Co.Fa.Ri. la pretesa restituzione di benefici contributivi di cui la cooperativa ha usufruito in relazione al lungo stato di crisi e dei quali, secondo l’Istituto della previdenza sociale, non poteva avere diritto per un tempo tanto prolungato, tredici anni: con gli interessi e le sanzioni, la somma pretesa da Inps ammonta a quattro milioni di euro, somma che però sarà oggetto di transazione nel corso della procedura. Intanto la prevista seconda assemblea dei soci ed ex soci della cooperativa fissata per giovedì pomeriggio e finalizzata all’approvazione del bilancio del 2023 non si è tenuta ed è stata rinviata a data da destinarsi: una decisione ovvia considerando che con l’azienda al centro di una procedura giudiziale, nulla nel bilancio, bocciato all’assemblea del 30 luglio, è modificabile.

Carlo Raggi