Cofari, dubbi sui crediti dei lavoratori: "Legacoop? Non siamo d’accordo"

Filt Cgil: "L’azienda dica come intende ripagarli. Formazione e sicurezza: la legge va rispettata"

Cofari, dubbi sui crediti dei lavoratori: "Legacoop? Non siamo d’accordo"

Cofari, dubbi sui crediti dei lavoratori: "Legacoop? Non siamo d’accordo"

"Seguiamo la vicenda con grande attenzione e prenderemo una posizione pubblica solo dopo l’assemblea di bilancio della società. Ora la principale preoccupazione dei lavoratori e del sindacato è il destino dei crediti che essi vantano verso la loro cooperativa e della quota sociale versata dai soci cooperatori. E’ ancora la cooperativa in grado di garantirne la restituzione? Qualcuno dovrà dirlo". Matteo Bellagamba (Filt-Cgil di Ravenna) non prende posizione, ora, sulla vicenda Cofari. "Ma la stiamo seguendo da due anni e la coop deve dire quel che succede con i crediti vantati dai lavoratori e solo dopo usciremo con le nostre valutazioni unitarie con Fit Cisl e UilTrasporti".

Quello che su cui il sindacato non è d’accordo è l’analisi che Legacoop fa del mercato della logistica all’interno del Porto di Ravenna: e cioè che sia di fatto impossibile mantenere margini facendo tutte le cose in regola sotto il profilo della formazione e della sicurezza e rispettando la tariffa minima di 23,24 euro all’ora fissata dall’Ispettorato del lavoro di Ravenna. "Certo – spiega Bellagamba – dobbiamo sempre controllare che tutte le aziende rispettino la legalità, che i corsi vengano realmente effettuati e che quel che è scritto negli accordi venga poi rispettato. Sono sempre necessarie verifiche puntuali e continue per accertare eventuali illeciti". E se l’assemblea arriverà entro fine luglio, della questione delle quote sociali come degli altri debiti della società, spiega Mirco Bagnari, responsabile di settore di Legacoop Romagna, se ne occuperà chi sta gestendo il percorso della composizione negoziata.

Della questione Cofari (presieduta pro tempore da Marco Costantini) si è occupato il Tribunale di Ravenna quando l’azienda (seguita dagli avvocati Riccardo Sabadini e Guido Fabbri) ha avviato la procedura per la conferma delle misure cautelari protettive e la composizione negoziata della crisi ex articolo 19 Dlgs 14/2019 il 29 marzo 2023. Da quel ricorso emerge lo stato della Cofari - descritta come "partner qualificato di numerose imprese portuali, cosa questa che le assicura prospettive economiche di notevole interesse stante il fermento oggi in essere nel porto di Ravenna – che all’epoca nel settore traslochi aveva circa 20 addetti con un fatturato di 800mila euro mentre il facchinaggio era composto da circa 130 persone con un fatturato di circa 5,45 milioni. Il 7 marzo 2023 la Cooperativa ha depositato la domanda di accesso alla procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa in ragione delle "condizioni di squilibrio patrimoniale e/o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi".

Da un punto di vista economico la Cooperativa negli anni ha subìto un incremento del costo della manodopera, soprattutto nel facchinaggio, che solo in parte è riuscita a "ribaltare" sul cliente finale, motivo per cui l’organo assembleare ha in origine deliberato lo stato di crisi in base alla legge 142/2001. I problemi maggiori si registrano nel facchinaggio, settore nel quale un sempre minore numero di persone è disposto a lavorare con anche emorragia di soci. "I soci dimessi nel corso del 2022 sono 97 che si aggiungono ai 67 dimessi nel corso del 2021", dimissioni che "oltre a portare un calo dei ricavi comporterebbero la necessità, per la Cooperativa, di rimborsare le quote sociali sottoscritte e versate dai soci dimessi". Al 31 gennaio 2023, il totale delle attività era pari a 9.923.553,97, a fronte di passività per 9.902.349,26, valore della produzione sceso dai 16,2 milioni del 2018 ai 9,4 milioni del 2022 e margine operativo lordo a -331.908,2 euro stimati per il 2022. Difficoltà poi risolte non dall’interno ma affittando il ramo d’azienda alla Elle Emme logistica il 2 agosto 2023 e la successiva cessione di inizio 2024. Giorgio Costa