Sarà un percorso estremamente lungo quello che, dopo la cessione del ramo più importante, il facchinaggio, alla Elle Emme Logistica spa (sede legale a Seregno), porterà quel che resta della Co.Fa.Ri. (il ramo traslochi è stato chiuso) o alla composizione della crisi finanziaria, che ancora permane, attraverso la ristrutturazione del debito o all’apertura della procedura per il concordato preventivo; un percorso (pilotato da una task force di due avvocati e due commercialisti coordinati dall’avvocato Riccardo Sabadini) che interessa anche numerosi ex soci, scandito dai tempi delle cause civili davanti al giudice del lavoro Dario Bernardi (prima udienza a fine gennaio 2025), avviate da Co. Fa. Ri. nei confronti di Inps e, per lo stesso motivo, di Inail: la coop contesta infatti il provvedimento con cui l’ente ha fissato in quattro milioni di euro l’ammontare dei contributi dovuti (somma comprensiva della sanzione) per il lungo periodo, tredici anni, in cui la cooperativa ha usufruito, fra le varie facilitazioni previste dalla legge 142 del 2001 sullo stato di crisi delle coop, anche della decurtazione dei contributi da versare per ogni lavoratore.
Secondo l’Inps il piano approvato a suo tempo dall’assemblea della Co.Fa.Ri. si è protratto per tempi troppo lunghi e proprio per questo motivo l’ente ha ritenuto di notificare l’accertamento con relativa sanzione. Di conseguenza anche Inail ha avviato la stessa procedura, per una somma ben più ridotta. E proprio la causa contro Inail è quella fissata a gennaio e sarà una causa ‘pilota’ perché è evidente che se il giudice riconoscerà le ragioni di Co.Fa.Ri., stessa sorte avrà la causa contro l’Inps e se così sarà quei quattro milioni di euro che ora rendono nero l’orizzonte della cooperativa (si tratta di un credito privilegiato), spariranno con grande soddisfazione soprattutto dei creditori chirografari (senza privilegio), vale a dire i tanti ex soci che negli anni hanno esercitato il diritto di recesso e con i quali è aperto il contenzioso sulla liquidazione. Tanto che dopo i 4 milioni pretesi da Inps, quello degli ex soci è il credito più cospicuo vantato. Una vicenda giudiziaria estremamente complessa soprattutto dal punto di vista giuridico dove peraltro si intrecciano anche fini questioni di diritto attinenti al particolare status delle cooperative il cui capitale è variabile ed è valutato anche in relazione al numero dei soci lavoratori.
Ecco perché l’esito di queste cause è fondamentale per la procedura di composizione della crisi avviata con domanda presentata al tribunale nel maggio scorso: giudice delegato è Paolo Gilotta mentre il professionista giudiziale designato è Antonio Santandrea. Va da sé che finalità della procedura è quella di riuscire a raggiungere un accordo e pertanto nulla esclude che i creditori privilegiati (Inps e Inail cui si aggiunge anche l’Agenzia delle Entrate) possano trovare un accordo transattivo con Co.Fa.Ri, ma ovviamente a un livello molto basso rispetto alle pretese. E con il resto dei fondi in cassa (quanti ne rimarranno?) dovranno poi essere soddisfatti, nella misura tutta da chiarire, gli ex soci.
Se questo è il quadro attuale, non va dimenticato che il percorso avviato dalla coop per uscire dalle sabbie mobili dei debiti ha visto recentemente il traguardo di una prima importante tappa con la cessione del ramo facchinaggio, il più importante soprattutto per l’attività sul fronte del porto, alla società lombarda Elle Emme Logistica spa che occupa, al 31 marzo, 455 dipendenti e il cui fatturato denunciato a fine 2022 era di quasi 32 milioni di euro. Ne è amministratore Massimiliano De Rico che è anche l’amministratore unico e socio unico della Vega Holding srl, società che detiene il 100% to delle azioni della Elle Emme Logistica. Questa società, costituita nel 2015, ha già aperto una sede operativa a Ravenna, sta cercando spazi proprio sul fronte del porto e ha assorbito una novantina di facchini della Co.Fa.Ri. (altri quattordici hanno trovato impiego altrove). Un risultato, questo, conseguito nell’ambito della procedura di composizione negoziata della crisi svoltasi sotto il controllo della Camera di Commercio.
Carlo Raggi