REDAZIONE RAVENNA

Clima che cambia, cosa fare: "Coltivazioni basse e acqua"

I suggerimenti dell’agronomo Massimo Randi, dell’omonima azienda agricola

Massimo Randi, agronomo

Massimo Randi, agronomo

A causa dei grandi cambiamenti climatici, negli ultimi anni si produce sempre meno vino. Un problema che riguarda l’Italia nel suo complesso e anche la Romagna, ‘teatro’ di diversi fenomeni alluvionali. Come è possibile proteggere le vigne? Grazie all’uso della tecnica di enologi professionisti si può garantire la qualità del vino? A parlarne è Massimo Randi, agronomo e titolare dell’azienda agricola Randi, con 62 ettari di vigne tra Fusignano e Alfonsine dove si coltivano uva Longanesi, Malbo gentile, uva Famoso e Centesimino.

Com’è andata la vendemmia 2024? Segno negativo o positivo?

"Probabilmente andrò controcorrente ma credo che, chi parla di una grande annata e di vini di qualità in Romagna, non sia corretto. Purtroppo abbiamo avuto una primavera precoce, caldissimi mesi di luglio e agosto e poi le piogge di settembre".

Può spiegare perché le alte temperature estive hanno creato problemi nelle vigne?

"Le piante sono andate sotto stress con il caldo, non hanno lavorato in modo fisiologico in quel periodo, in quanto mantenendo i pori chiusi non sono riuscite a incamerare zuccheri attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana".

Poi c’è stato un settembre insolitamente piovoso…

"Sì, meno piove a settembre e meglio è. Per quanto ci riguarda, siamo riusciti a salvare le uve bianche con una vendemmia anticipata, così da avere un prodotto non eccelso ma degno. Ma non si può dire lo stesso dell’uva che è stata allagata. Anche se l’abbiamo raccolta subito non si può dire che l’uva fosse uguale, dopo la pioggia".

Come si riesce a risollevare una stagione complicata dal punto di vista qualitativo?

"Lavorando in cantina con l’enologo. Come si fa sempre quando l’uva non è perfetta. Cosa che non è necessaria ovviamente nelle annate ottimali, quelle in cui il prodotto parla da solo".

Da agronomo, cosa pensa si possa fare per proteggere le vigne da questi cambiamenti climatici?

"Bisogna intervenire con oculatezza sulla defogliazione, poi privilegiare forme di coltivazione il più possibile basse e contenute per evitare forti venti. La condizione del terreno è fondamentale e, al riguardo, la possibilità di irrigare il vigneto è un’arma di sicurezza qualitativa e quantitativa della produzione, per aiutare le piante a superare lo stress".

Quale dei vostri vini le piace citare?

"Il Burson etichetta nera del 2019, un prodotto molto piacevole".

r. bez.