REDAZIONE RAVENNA

Circonvenzione dell’amica: "Le prosciuga i risparmi"

A processo un uomo di Russi che avrebbe approfittato di un difetto cognitivo della donna per effettuare prelievi e fare bonifici a suo favore.

Un caso di presunta circonvenzione di incapace arriva davanti al giudice Natalia Finzi, nel tribunale di Ravenna. Un uomo è accusato di aver approfittato di una donna anziana, residente a Russi e dal 2022 affetta da un disturbo cognitivo, per sottrarle somme di denaro nell’arco di circa un anno. La vicenda è emersa grazie alla denuncia presentata nell’aprile 2023 dalla figlia della vittima, insospettita da un bonifico di 4.250 euro disposto dalla madre a favore dell’uomo, che aveva conosciuto nel 2010 in una discoteca e col quale, pur essendo lui sposato, era iniziato un rapporto di amicizia.

La denuncia e le prime indagini

Secondo quanto ricostruito, la figlia viene allertata dalla banca, che segnala il bonifico sospetto. Interrogato dalla donna, l’uomo avrebbe ammesso di aver ricevuto i soldi, giustificandosi con un periodo di difficoltà economica e promettendo di restituirli. Tuttavia, la figlia decide di approfondire la situazione e scopre una serie di movimenti anomali sui conti correnti della madre, tra cui prelievi con il bancomat scomparso della donna e transazioni in favore di un conto postale di cui lei ignorava l’esistenza. Le indagini, condotte dai carabinieri di Russi, rivelano che, tra ottobre 2022 e ottobre 2023, sarebbero stati effettuati prelievi per una somma complessiva tra i 4.000 e i 5.000 euro. La particolarità di questi prelievi è che non avvenivano a Russi, dove la donna risiede, ma in filiali di banche situate a Ravenna e nelle località limitrofe. Un dettaglio fondamentale emerge il 1° gennaio 2024, quando un prelievo viene immortalato dalle telecamere di sicurezza: nel filmato, l’uomo appare chiaramente intento a utilizzare il bancomat della vittima.

Tra le operazioni sospette figura anche un pagamento di 1.070 euro effettuato nel marzo 2023 per la riparazione di un’automobile, che si rivela essere di proprietà dell’uomo. La donna, invece, non possiede né patente né auto da anni. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe approfittato del rapporto di fiducia instaurato con l’anziana, frequentandone abitualmente l’abitazione, probabilmente per piccoli lavori domestici. Tuttavia, il Pm angela Scorza ipotizza che questa relazione sia stata sfruttata per accedere al patrimonio della donna, ormai incapace di opporsi consapevolmente alle richieste. L’imputato, difeso dall’avvocato Mirko Morganti, respinge le accuse e si prepara a dimostrare che le somme ricevute erano frutto di accordi consensuali.

l. p.