C’è l’atteggiamento di un altro giovane il quale quella sera non solo avrebbe apostrofato la ragazzina con insulti di natura sessuale e avrebbe pure tentato di portarla in bagno. Ma che, incrociandola tempo dopo in una discoteca, l’avrebbe pubblicamente accusata di avere "rovinato la vita" a un suo amico, ovvero al ragazzo ora indagato per violenza sessuale aggravata (è difeso dagli avvocati Giovanni Focaccia e Cristina Ingoli) . E poi c’è l’operato degli organizzatori della festa i quali potrebbero avere servito alcol a minorenni. In definitiva è destinato ad allargarsi il fronte degli accertamenti investigativi scattati dopo la denuncia di una 16enne per uno stupro a suo dire patito nel corso di una festa privata organizzata a inizio maggio scorso in un locale pubblico ravennate.
La ragazzina di recente è stata ascoltata in incidente probatorio davanti al gip Chiara Alberti del tribunale dei minorenni di Bologna ribadendo in sintesi tutte le accuse verso un giovane, che lei non conosceva di persona, il quale, approfittando della sua alterazione alcolica, l’aveva violentata nonostante gli avesse ripetuto più volte di smettere. E chiarendo anche le circostanze al contorno, compreso l’atteggiamento di un altro ragazzo che quella sera si trovava assieme proprio a chi avrebbe abusato di lei. Lui in passato l’aveva già avvicinata - secondo quanto ricostruito -, anche in modi ritenuti troppo insistenti: ma lei lo aveva sempre respinto. Quella sera, prima che tutto accadesse, assieme all’amico ora indagato, aveva richiamato l’attenzione della 16enne usando appellativi legati alla sfera sessuale. A un certo punto, approfittando del fatto che la ragazzina avesse bevuto troppo, avrebbe anche tentato di portarla in una toilette. Ma era intervenuto un altro giovane che l’aveva per fortuna tolta da quell’impasse.
Tuttavia dopo la mezzanotte, le si era avvicinato l’indagato - prosegue l’accusa -, l’aveva afferrata per un braccio e guidata verso il piano superiore dove avrebbe abusato di lei. Le prime confidenze sull’accaduto, la giovane le aveva fatte all’ex fidanzato: ed erano poi stati i genitori di quest’ultimo ad avvisare la famiglia della 16enne con successiva visita in ospedale.
La ragazzina ha però continuato a covare la paura di incrociare i due amici, o qualcuno della loro comitiva, per le strade di Ravenna. Era accaduto in alcuni locali: in particolare in una discoteca, l’amico dell’indagato si era avvicinato alla ragazzina accusandola di avere rovinato la vita all’altro: ed era stato subito allontanato dalla sicurezza.
Sul fronte dell’organizzazione della festa, il vaglio potrebbe riguardare non solo l’eventuale somministrazione di alcolici a minori. Ma anche il fatto che l’ingresso a un evento privato fosse a pagamento alla porta (la ragazzina aveva sborsato 10 o 15 euro) così come lo era ciascuna consumazione alcolica. Circostanze sulle quali l’avvocato Aldo Guerrini - che tutela i genitori della giovane - potrebbe presto chiedere un chiarimento formale all’autorità competente non necessariamente legato al fascicolo aperto dal pm Caterina Salusti.
Andrea Colombari