Cervia, 29 agosto 2019 - È stata scarcerata Valentina Arrivabene, la 28enne bloccata dai carabinieri con l’accusa di avere investito e ucciso con la sua auto su via Malva sud a Cervia poco prima dell’alba di domenica 11 agosto, il 25enne Stefano Baldisserra che rincasava in bicicletta.
La giovane, come disposto dal tribunale della Libertà di Bologna, da ieri pomeriggio si trova ai domiciliari nell’abitazione dei genitori. Il collegio dei giudici felsinei presieduto da Andrea Santucci, ha dunque accolto la richiesta in tal senso presentata dalla difesa (avvocato Carlo Benini) ravvisando che non vi siano esigenze cautelari tali da giustificare una custodia in carcere.
Tra le ragioni portate dal legale nell’udienza che si è celebrata ieri mattina – l’indagata non era presente –, figura la mancanza di un eventuale pericolo di reiterazione del reato dato che la giovane si trova ora con l’auto sequestrata e la patente ritirata. In riferimento alla contestazione dell’omicidio stradale aggravato, l’avvocato ha inoltre sottolineato che, per quanto grave, ci si trova di fronte a un reato colposo. Il difensore ha quindi depositato una relazione del medico legale di parte incaricato di seguire l’autopsia, secondo la quale in buona sostanza il 25enne era morto sul colpo: come dire che se anche fosse stato soccorso subito, non ci sarebbe stata alcuna possibilità di salvarlo.
Da ultimo, l’avvocato ha depositato documentazione medica circa la possibilità che un forte stress possa determinare quel blackout cerebrale portato dalla 28enne a giustificazione del suo allontanamento dall’incidente con conseguente zona d’ombra nel ricordo. Naturalmente solo con le motivazioni si saprà quali argomentazioni – e nel caso in quale misura – abbiano inciso nella scelta dei giudici bolognesi.
II gip del tribunale di Ravenna Andrea Galanti, dopo avere convalidato l’arresto, aveva invece deciso che la 28enne dovesse restare in carcere alla luce di una possibile reiterazione di fatti certo non identici ma di natura analoga, così come chiesto dalla procura. Il giudice aveva in particolare dato atto del fatto che le indagini dei militari della locale Compagnia, avevano stabilito senza ombra di dubbio che alla guida della Fiat 500 rossa che aveva falciato da tergo il 25enne, vi fosse proprio la 28enne arrestata. Aveva anche rappresentato di non credere al fatto che l’indagata non avesse effettivamente capito di avere travolto il 25enne e di averne poi trascinato la bicicletta per 370 metri.
Alla giovane, oltre all’omicidio stradale e alla fuga, viene contestato l’essersi messa alla guida di ritorno dalla discoteca in uno stato di alterazione psicofisica: a più di cinque ore dallo schianto, aveva restituito un tasso alcolemico di 1,11 (cioè oltre il doppio rispetto al limite di 0,50 consentito per mettersi al volante). Ed era risultata positiva ai cannabinoidi. Sul fronte indagini, si è in attesa della relazione conclusiva sull’autopsia e di quella sulla cinematica dello schianto.