è sonno e sonno. Come "e’ són de gal", il sonno del gallo, breve e leggero, come un dormiveglia che conserva un senso di vigilanza; si potrebbe definire anche "durmì cun un òcc sôl", dormire con un occhio solo. C’è "e’ prèm són", il primo sonno, che si fa appena addormentati e l’ultimo sonno, "e’ són dl’êiba", il sonno dell’alba, ritenuto molto ristoratore e pieno di sogni. Se qualcuno non si riposava da tempo, si lamentava affermando: "A j ò de són vëc", ho del sonno vecchio. "Avê pöc són", avere poco sonno, oltre al significato di non aver bisogno di dormire poteva essere inteso come il riconoscimento d’intelligenza. Dopo una bella dormita c’è anche la soddisfazione di dire: "A m’só cavê e’ són", mi sono tolto il sonno.
CronacaC’è sonno e sonno, i modi di dire