Casola Valsenio, 10 marzo 2018 - Malnutriti e infreddoliti vagavano, ormai inselvatichiti, da oltre un anno senza meta, salvati dal gelo del Burian dai carabinieri di Casola Valsenio. Sette equini, tre cavalli e quattro muli (FOTO) sono stati salvati grazie all’intervento dei militari dell’Arma della cittadina del primo Appennino Romagnolo. Da oltre un anno tantissime le segnalazioni arrivate sulla presenza di equini che si aggiravano tra le colline della zona di Baffadi, al confine con la Toscana. Gli animali di proprietà di un’azienda agricola, alla ricerca di cibo, spesso erano stati avvistati lungo la provinciale casolana ma anche in alcuni campi coltivati danneggiando le piante.
La cosa era arrivata alle orecchie della polizia locale che dopo una serie di indagini erano risaliti ad un’azienda agricola. Ai due soci, una donna e un uomo, ormai emigrato in argentina da anni, il primo cittadino di Casola Valsenio aveva firmato una prima diffida e poi una specifica ordinanza per imporre all’azienda l’obbligo di custodirli. Quei provvedimenti, però, non erano serviti a nulla, così come veniva disattesa anche una disposizione dell’Ausl di Ravenna per custodire quella mandria dentro una recinzione. Visto il susseguirsi di segnalazioni anche al 112 della compagnia carabinieri di Faenza, i militari dell’Arma hanno deciso di intervenire, per garantire la salvaguardia degli animali che correvano il rischio di non sopravvivere alla morsa del freddo che ha attanagliato per giorni tutta la zona colpita idal Burian.
I carabinieri di Casola Valsenio, hanno così dato inizio ad una vera e propria operazione di salvataggio alla quale hanno partecipato anche i vigili del fuoco volontari e diversi contadini della zona. Nel corso delle ricerche, i sette animali sono stati avvistati nei paraggi di un cimitero in disuso. I militari hanno pensato di trasformare quel luogo in un ricovero momentaneo per i quadrupedi viste anche le cattive condizioni di salute in cui versavano le povere bestie. La difficoltà più grande non è stata tanto quella di trovare la mandria in quei giorni di abbondanti nevicate, ma riuscire a recuperarli uno per uno; infatti cavalli e i muli, dopo mesi di pascolo allo stato brado, non si facevano avvicinare da nessuno. Dopo aver liberato dalla neve la strada che conduce al cimitero grazie all’aiuto dei pompieri e di un mezzo spalaneve messo a disposizione dal Comune i carabinieri hanno comprato di tasca loro alcune balle di fieno che hanno lasciato in una mangiatoia ricavata all’interno del muro che delimita l’ex luogo di sepoltura. Ripristinata la recinzione, con il lavoro di tutti, a tarda sera tutte le forze in campo sono andate via, con l’auspicio che la mandria, attirata dall’odore del fieno, potesse entrare nel recinto e finalmente trovare cibo e riparo.
Così è stato. Infatti la mattina dopo quando i carabinieri sono tornati sul posto gli animali erano all’interno di quel ricovero e finalmente si è potuto richiudere il cancello dal quale gli animali erano entrati. La mandria è finita sotto la custodia giudiziale dei carabinieri che hanno fatto intervenire sul posto un veterinario per accertare le condizioni di salute degli animali e in un secondo momento sono stati trasferiti in un luogo di custodia più idoneo. Di tutte le operazioni è stata costantemente informato il Pm, Cristina D’Aniello della Procura di Ravenna, che ha costantemente monitorato il susseguirsi degli eventi. I militari dell’Arma sono risaliti sia all’identificazione del manutentore di quegli animali, un 68enne noto professionista della zona, che è stato denunciato per maltrattamento e abbandono di animali, oltre che per introduzione di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo. Per gli stessi reati, sono stati denunciati, in concorso con il 68enne, anche i due soci dell’azienda agricola proprietaria della mandria, un uomo e una donna rispettivamente di 65 e 66 anni, che dovranno anche rispondere di inosservanza dellordinanza del sindaco di Casola Valsenio.