Cold case Minguzzi ad Alfonsine, 2 esperti per tutti i dubbi

Individuati dalla corte d’assise d’appello di Bologna i due che dovranno dire se la voce del telefonista era o meno quella di uno dei tre imputati: la soluzione del rebus a febbraio

La grata a cui legarono il corpo del carabiniere di leva, Pier Paolo Minguzzi (a destra)

La grata a cui legarono il corpo del carabiniere di leva, Pier Paolo Minguzzi (a destra)

Ravenna, 17 ottobre 2024 – La corte d’assise d’appello di Bologna ha dato incarico questa mattina per la perizia fonica sulla voce del telefonista che da una cabina del litorale ferrarese ai familiari chiese il riscatto di 300 milioni di lire per la liberazione di Pier Paolo Minguzzi, 21enne studente universitario di Alfonsine, figlio di imprenditori dell’ortofrutta e carabiniere di leva a Bosco Mesola, rapito e subito ucciso nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1987 mentre, in un periodo di licenza pasquale, rincasava dopo avere riaccompagnato la fidanzata. I suoi aguzzini infine lo gettarono nel Po di Volano da dove il corpo riaffiorò l’uno maggio successivo.

In totale sono tre gli imputati: tutti assolti in primo grado il 22 giugno 2022, dopo poco più di un’ora di camera di consiglio a fronte di altrettante richieste di ergastolo, “per non avere commesso il fatto”. Si tratta di due ex carabinieri al tempo in servizio alla caserma di Alfonsine: il 59enne Angelo del Dotto di Ascoli Piceno (avvocato Gianluca Silenzi) e il 58enne Orazio Tasca, originario di Gela ma da anni residente a Pavia (avvocato Luca Orsini). E dell’idraulico del paese: il 67enne Alfredo Tarroni (avvocato Andrea Maestri). Parte civile, oltre ai familiari del defunto, figura il nuovo sindacato carabinieri (Nsc) con l’avvocato Maria Grazia Russo.

In particolare la Corte bolognese vuole capire se chi aveva realizzato le telefonate estorsive alla famiglia Minguzzi, possa o meno essere identificabile in Tasca attraverso la comparazione delle registrazioni della voce dell’imputato provenienti dal processo per la tentata estorsione, sempre da 300 mila euro, a un altro imprenditore ortofrutticolo della zona: Contarini. La Corte ha chiesto espressamente di indicare quali siano i criteri che i periti useranno.

Il nuovo presidente della Corte, il giudice Domenico Stigliano, ha invitato i periti e i consulenti di parte alla massima collaborazione e lealtà al fine di raggiungere il fine ultimo comune a tutti: che è quello del perseguimento della verità. Le operazioni inizieranno il a novembre, data entro la quale anche il Nsc avrà facoltà di nominare propri consulenti tecnici. I periti individuati sono l’ingegnere informatico Sebastiano Battiato (università di Catania) e la professoressa Chiara Meluzzi (università Statale di Milano), linguista. La scelta di quest’ultima è stata dettata dalla volontà di esplorare anche la possibile individuazione del dialetto di provenienza dell’estorsore, già indicata, genericamente nelle perizie di primo grado, in quella siciliana. Il termine per il deposito della perizia è di giorni 90. L’udienza per l’esame dei periti è stata fissata per febbraio. A seguire ci sarà una ulteriore udienza istruttoria.