A Faenza si torna a parlare di Case Manfredi. Nella giornata di ieri è stata infatti presentata dal consigliere comunale Alessio Grillini, un’interrogazione alla giunta di Faenza sulla pericolosità di un immobile abbandonato in via Foschini: "Cadono pezzi dall’immobile sul retro della biblioteca, creando pericolosità al transito e diversi problemi alle stesse abitazioni limitrofe". Per questo il consigliere è stato interpellato dai residenti e ha presentato l’atto facendo presente che "il Comune ha transennato l’area, salvo poi non fare altro da mesi. Non si capisce nemmeno perché non si sia proceduto nemmeno a nominare un curatore di unità giacente, almeno per provvedere agli interventi di urgenza". D’altronde il crollo del tetto di una parte di quel complesso, peraltro vincolato dalla Soprintendenza, risale alla fine di agosto, e già in precedenza, come riferisce il consigliere comunale, "mi hanno segnalato che erano stati fatti alcuni interventi proprio perché si era creata una situazione di rischio". Il Comune aveva infatti transennato l’area, limitando parzialmente l’accesso anche pedonale da via Foschini dall’incrocio con via San Giovanni Bosco. E, secondo quanto affermato Grillini, "sempre ieri i residenti mi dicono essere stati contattati dagli uffici comunali, specificando che la questione sarebbe di competenza dell’Autorità di Protezione civile".
Il complesso risale al XIII secolo ed è in stato di abbandono da oltre trent’anni. Nel 2019 la proprietà fu acquisita all’asta dalla R.Group Costruzioni Srl, società riminese che opera nella compravendita di immobili e di cui risulta amministratore l’imprenditore Nicola Baroni. Non a caso la quota di maggioranza della società, costituita allo scopo, è detenuta dalla società Belletti e Baroni Costruzioni Srl. Uno dei soci di quest’ultima impresa era deceduto suicida nell’aprile scorso nel porto Rimini. Tornando a Case Manfredi, l’immobile di oltre 4mila metri quadri, dei quali tremila da destinare ad uso abitativo, era stato acquistato dalla R.Group per circa 750mila euro e la società avrebbe dovuto provvedere al restauro finalizzato alla realizzazione di appartamenti. Il Comune di Faenza avrebbe ricevuto 250 metri quadrati della superficie ristrutturata, vicino all’ingresso da via Manfredi. L’operazione di recupero inizialmente era stata quantificata in oltre 5 milioni di euro e avrebbe costituito un importante progetto di rigenerazione urbana, anche se non erano state risparmiate critiche, tra cui quelle di Italia Nostra che vent’anni fa, in considerazione del pregio e della storicità dell’immobile proponeva Case Manfredi negli itinerari turistici. Successivamente al 2019 erano stati eseguiti alcuni lavori di messa in sicurezza, ma per il recupero vero e proprio prima il covid e poi l’alluvione, ci avevano messo lo zampino. Il crollo di agosto infine aveva interessato la parte posteriore, quella meno pregiata, dove ancora oggi sono presenti le transenne che delimitano l’accesso e dalla quale, come evidenziato dai residenti tramite l’interrogazione di Grillini, continuano a cadere pezzi che danneggiano le proprietà confinanti. Un destino evidentemente maledetto per una delle eccellenze architettoniche della città.
d.v.